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Condannato un 33enne per una truffa da mezzo milione

Inflitta una pena di 19 mesi sospesi per due anni

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di Malva Cometta Leon

Mezzo milione di euro. È questa la cifra che un 33enne cittadino italiano ha sottratto illegalmen­te a un cliente della ditta luganese della quale era dipendente tra settembre 2017 e novembre 2018. L’imputato, reo confesso, è stato condannato ieri dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, a una pena di 19 mesi sospesi condiziona­lmente per un periodo di prova di due anni. All’uomo è stata comunque dedotta la carcerazio­ne preventiva a cui è stato sottoposto per 11 mesi, dal febbraio 2022 a oggi. La decisione del giudice, espressa durante il processo tenutosi nella forma del rito abbreviato, è in linea con la richiesta di pena concordata tra le parti: l’avvocato difensore Marco Bertoli e la procuratri­ce pubblica Raffaella Rigamonti.

‘Sono caduto in tentazione’

«Purtroppo – si è giustifica­to il 33enne – mi trovavo in una situazione finanziari­a difficile e da essere umano sono caduto in tentazione. Ho cercato una via facile per risolvere il problema, però non ne è valsa la pena e mi dispiace per quello che è successo. Ho pagato per le mie azioni».

Il modus operandi della ‘via facile’

La ‘via facile’ menzionata dall’imputato è stata quella di truffare ripetutame­nte un cliente della società di gestione fondi di Lugano per cui lavorava per un totale complessiv­o di quasi 540mila euro, e di falsificar­e documenti (con tanto di firma autentica scannerizz­ata del cliente in questione) allo scopo di procacciar­si illeciti profitti. In qualità di dipendente dell’azienda luganese, l’astuto 33enne, sfruttando il rapporto di fiducia instaurato con la vittima, ha saputo ingannare i suoi consulenti bancari affermando che il cliente volesse effettuare dei trasferime­nti di denaro (importi sempre simili: fra i 30 e i 50mila euro) e trasmetten­do via email degli ordini con la sua firma originale (ma scannerizz­ata), ottenendo in questo modo dei bonifici e ricevendo i vari importi in contanti. Parte della cospicua cifra è stata risarcita alla vittima dallo stesso imputato e dall’azienda per cui il 33enne lavorava.

‘Cercherò un lavoro onesto’

Dopo che sarà scarcerato l’uomo vuole però cambiare vita: «Cercherò un lavoro onesto che mi permetta di vivere in maniera dignitosa insieme alla mia famiglia e cambierò completame­nte profession­e».

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TI-PRESS Undici mesi giàscontat­i

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