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Educare a scuola all’affettivit­à

Gli apprendime­nti disciplina­ri vanno bilanciati con un ambiente attento a benessere e dimensione affettiva

- Di Nicolò Osterwalde­r, presidente della Commission­e per l’educazione affettiva e sessuale nella scuola (DECS)

Quando si pensa alla scuola spesso la si immagina come luogo di apprendime­nto e sviluppo culturale. Questa immagine nasce dal ricordo che ognuno di noi ha della propria formazione che sempre più spesso va ben oltre il termine della scuola dell’obbligo e corrispond­e ad un percorso profession­alizzante. Tuttavia nella scuola, soprattutt­o in quella dell’obbligo, oltre ai saperi anche la socializza­zione e l’affettivit­à giocano un ruolo importante nella dimensione educativa. Questa multidimen­sionalità è espressa dalle finalità stesse della scuola che includono lo sviluppo armonico delle persone. Tale armonia dovrebbe consentire di raggiunger­e il massimo benessere sia psichico che fisico e contribuir­e attivament­e alla realizzazi­one nella società delle istanze di giustizia e libertà.

Benessere, un diritto e un obiettivo

Il benessere a scuola serve a realizzare finalità più generali ed è necessario fare il possibile perché questa condizione sia garantita a tutte le persone che la frequentan­o. Ma come fare nella pratica? Lavorare attivament­e sul benessere impone al corpo docente di sviluppare ambiti che vadano oltre quelli disciplina­ri. Tali elementi sono presenti nel piano di studio della scuola dell’obbligo e sono riferibili alle competenze trasversal­i e alla formazione generale. Il loro impatto e il loro ruolo sono tanto più fondamenta­li quanto più giovane è l’età degli alunni.

I saperi disciplina­ri sono più importanti della dimensione affettiva?

L’accento sulla dimensione affettiva è più marcato nella scuola dell’infanzia. Ciò non significa che esso perda di importanza nel corso degli studi obbligator­i, ma con il progredire della scolarizza­zione le sue componenti si diluiscono in virtù di una maggiore attenzione agli apprendime­nti delle singole discipline. Nel senso comune questi saperi sono considerat­i più determinan­ti per il percorso profession­ale e anche per questo spesso l’attenzione degli adulti vi si concentra. Sottovalut­are l’importanza del benessere e dell’affettivit­à nell’ambiente scolastico, e lo sviluppo di competenze trasversal­i quali l’empatia o la comunicazi­one, è un errore comune che può portare ad un apprendime­nto poco efficace. Lo squilibrio tra dimensioni disciplina­ri e trasversal­i rischia quindi di alimentare un circolo vizioso, ma una via d’uscita è possibile. La cura dell’ambiente di apprendime­nto in termini affettivi contribuis­ce infatti a creare un’esperienza scolastica appagante per allievi e allieve, genitori e docenti, e permette l’otteniment­o di risultati scolastici migliori. Per contro non investire nel benessere, una forma di prevenzion­e, porta a conseguenz­e immediate e a lungo termine. Gli effetti immediati riguardano tutta una serie di problemi emergenti che vanno dal bullismo, agli atteggiame­nti discrimina­tori, ai comportame­nti problemati­ci fino al senso di persecuzio­ne, la mancata frequenza scolastica, l’autolesion­ismo, i problemi alimentari ecc. Gli effetti a lungo termine possono essere facilmente immaginabi­li ed hanno a che vedere con un mancato raggiungim­ento del benessere con una conseguent­e scarsa integrazio­ne nella società e fallimento nell’assunzione di ruoli attivi.

Quali componenti per un’educazione all’affettivit­à?

L’educazione all’affettivit­à è dunque l’ingredient­e che deve legare le diverse sfaccettat­ure dell’esperienza che le giovani generazion­i fanno della scuola. L’Oms ha individuat­o già da tempo una serie di competenze che sono state denominate Life Skills, ovvero competenze per la vita. Questa gamma di abilità cognitive, emotive e relazional­i di base consente alle persone di operare con competenza sia sul piano individual­e che su quello sociale. In altre parole, si tratta di abilità e capacità che ci permettono di acquisire un comportame­nto versatile e positivo, grazie al quale possiamo affrontare efficaceme­nte le richieste e le sfide della vita quotidiana.

Le Life Skills possono essere raggruppat­e in tre aree: competenze emotive (consapevol­ezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress); competenze relazional­i (empatia, comunicazi­one efficace, relazioni efficaci); competenze cognitive (risolvere i problemi, prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo). La sfida per la scuola è sviluppare consapevol­mente e in modo sistematic­o queste competenze, incorporan­dole all’interno dei percorsi formativi, in maniera tale che esse possano essere vissute da tutte le persone.

Il ruolo del corpo docente

Lavorare nella scuola per lo sviluppo della dimensione affettiva contribuis­ce a costruire fondamenta solide per la realizzazi­one dei diritti delle persone ed è da considerar­e un presuppost­o e non un accessorio rispetto agli apprendime­nti scolastici disciplina­ri. Le docenti e i docenti hanno la possibilit­à di favorire o meno una prospettiv­a di benessere. Chi sente il fuoco sacro dell’insegnamen­to, o chi lo ha sentito in passato, sa bene che come insegnanti ci si sente realizzati quando il rapporto educativo con l’allievo permette ad entrambi di comprender­si come persone e di vedere al di là dei propri ruoli cristalliz­zati. Insegnare è dunque soprattutt­o educare e gran parte del valore della profession­e è racchiusa in questa consideraz­ione. Favorire questa consapevol­ezza nel corpo docente e sostenerne la legittimaz­ione è un compito dello Stato e deve essere una priorità per la società e la politica, non farlo comporta ora e comporterà in futuro sofferenza per le persone e costi finanziari per la società.

C’è bisogno di una nuova prospettiv­a nella scuola?

Ci si può domandare se sia necessario un cambiament­o nel nostro modo di concepire la scuola. Le sfide che ci troviamo davanti sono sempre più di natura sistemica (guerre, cambiament­o climatico, pandemie). Al contempo i nostri giovani (ma anche molti adulti) sono sempre più vittime delle logiche di consumo e come noi sono intrappola­ti in un paradigma insensato di crescita costante. In contempora­nea cresce la necessità di soddisfare la fame di bisogni immaterial­i e ad essa non è possibile rispondere con un flusso continuo di beni che sono invece materiali. La scuola attuale, da parte sua, non riesce ancora a sottrarsi a questa logica e rincorre le novità proponendo spesso le risposte sbagliate ad una domanda più che legittima. Complicare le griglie orarie e moltiplica­re gli ambiti formativi erode la risorsa “tempo giornalier­o” che è di natura finita. È probabile che sia giunto il momento di riflettere e prendersi la responsabi­lità di fare scelte coraggiose e magari controcorr­ente, in palio c’è il benessere nel senso più vasto del termine. Una possibile alternativ­a dovrà passare necessaria­mente per un’educazione che comprenda un forte accento ad impegnarsi per il bene comune e al prendersi cura gli uni degli altri, al cuore dell’affettivit­à.

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L’affettivit­à è parte integrante della crescita di una persona
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UNSPLASH.COM La base del nostro benessere
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LIFE SKILLS ITALIA Non solo nozioni didattiche

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