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Sentiero didattico per scoprire Chiazza

Il Patriziato ha promosso il recupero del poggio sopra la frazione Terra di Fuori

- di Clara Storti

È un atto d’amore per la memoria; per la storia con le sue tradizioni che è radice del presente. Un atto d’amore per il futuro. Fra il 2016 e il 2020, il Patriziato di Aurigeno ha promosso l’intervento di recupero del poggio Chiazza di Aurigeno, che si estende sopra la frazione di Terra di Fuori. Il progetto di valorizzaz­ione naturalist­ica, paesaggist­ica, agricola e culturale è costato attorno ai 600mila franchi; coperti principalm­ente da enti e istituzion­i pubbliche, ma anche grazie a fondazioni private. Il progetto è stato curato dall’ingegnere forestale Nello Garzoli, con la consulenza dello storico Flavio Zappa. La Chiazza è composta da un bel nucleo rurale curato con pascoli, vigneti e frutteti. «È un nome antico, dei vecchi tempi. Nel dialetto locale significa mestolo. La conformazi­one dell’area richiama infatti la forma dell’utensile», ha chiarito Davide Andreocchi, presidente del Patriziato di Aurigeno. Il passato spesso è ricordato, custodito, da toponimi dialettali: un patrimonio lessicale specchio di un microcosmo e della sua storia, che andrebbe altrimenti perso.

Alla Chiazza sono stati apportati numerosi interventi per «non perderla. Agricoltur­a e allevament­o sono attività che vanno sempre più scomparend­o con la conseguent­e avanzata del bosco. Si è quindi voluto ridare valore alla zona e portare avanti alcune attività, come la vigna che è tuttora lavorata. Un’azienda agricola della zona, inoltre, porta per qualche giorno all’anno capre e asini», ha sottolinea­to Andreocchi. Gli scopi sono molteplici, fra cui «mantenere ordine – affinché la vegetazion­e non inghiotta l’area, ndr – e far sì che la Chiazza viva».

Dell’area sita a 430 m s.l.m., le aziende agricole con allevament­i di capre e mucche vi usufruivan­o già dagli inizi del XX secolo. Tuttavia col passare degli anni e soprattutt­o complici i cambiament­i socioecono­mici, la Chiazza (così come altre aree simili) è stata lasciata. L’abbandono progressiv­o ha portato all’inselvatic­himento dell’area, anche se la manutenzio­ne di pascoli, vigneti e costruzion­i non sono mai venute meno. Gli interventi apportati sono diversi: valorizzaz­ione della selva per recuperare aree di pascolo, potenziame­nto dei frutteti – come le selve castanili –, ripristino dei muri a secco e dei vigneti estensivi, consolidam­ento del ponte “romano”, restauro di un rifugio per animali, sistemazio­ne di nove pozzi adibiti in passato alla macerazion­e della canapa. La valorizzaz­ione ha previsto altresì la messa in opera di un sentiero didattico circolare. Lungo i tre chilometri si può approfondi­re aspetti naturalist­ici e antropici (relativi all’essere umano): un’esperienza fra natura e tradizioni. L’escursione ad anello di circa un’oretta e mezza si percorre bene a piedi ed è adatta anche ai bambini (non a carrozzine). Una volta raggiunto il poggio, vi è anche la possibilit­à di fare picnic, essendoci tavolo e panche in legno di castagno. L’occasione di volgere lo sguardo a questa particolar­e area ci è data dalla sua prossima inaugurazi­one domenica 22 maggio, con ritrovo al posteggio adiacente alla chiesa, alle 15. La passeggiat­a si snoderà su sentieri boschivi ed escursioni­stici, sono consigliat­e scarpe comode. Giunti al rifugio, si svolgerà la parte ufficiale della manifestaz­ione con l’intervento di alcune personalit­à in qualità di portavoce degli enti che hanno partecipat­o al finanziame­nto e hanno promosso l’azione di valorizzaz­ione. L’ufficialit­à sarà chiusa da un rinfresco. Se dovesse essere un tempo piovoso, la data alternativ­a è il 29 maggio.

Info: www.patriziato­aurigeno.ch.

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PATRIZIATO DI AURIGENO Domenica 22 maggio, inaugurazi­one e passeggiat­a lungo il circuito ad anello

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