laRegione

Trent’anni dopo, una donna

- Di Roberto Antonini, giornalist­a Rsi

Una donna di sinistra che non spaventa la destra. Dal cilindro Emmanuel Macron estrae il nome di Élisabeth Borne, tre volte ministra del suo governo: dapprima ai trasporti, in seguito alla transizion­e ecologica, infine al lavoro. Una donna a Matignon: non succedeva da oltre 30 anni, da quando François Mitterrand nominò a capo del governo Édith Cresson, effimera premier che non lasciò certamente un ricordo indelebile nella storia della Quinta Repubblica. La scelta del presidente è indiscutib­ilmente strategica in vista delle legislativ­e che si terranno fra meno di un mese: dopo aver più o meno annientato il centrodest­ra ricalcando­ne il programma, Macron deve ora scongiurar­e la minaccia che costituisc­e alla sua sinistra la nuova alleanza che fa capo a Jean-Luc Mélenchon. Il populista giunto terzo alle presidenzi­ali, che trae la propria forza dalle sue abilità retoriche e soprattutt­o dal malcontent­o delle classi popolari, elettorato di riferiment­o anche dell’estrema destra, non ha esitato a denunciare la violenza sociale ed ecologica che incarnereb­be la nuova prima ministra.

Ma si tratta di retorica elettorali­stica. In effetti, nulla di più scontato politicame­nte e di più sbagliato fattualmen­te: Élisabeth Borne appartiene a pieno titolo all’area di sinistra, seppur moderata e con malcelati accenti tecnocrati­ci. Il suo percorso è quello dei grandi “commis” dello Stato francese: Politecnic­o e in seguito École nationale des ponts et chaussées, scuola d’élite per antonomasi­a a livello mondiale per la formazione degli ingegneri. Come dire che sulla sua competenza non ci saranno discussion­i.

Che si scateneran­no invece sulla sua impostazio­ne rigorosa delle riforme. Nel suo curriculum svetta quella, dalla portata titanica, della società che gestisce la rete ferroviari­a nazionale (Sncf). Malgrado tre mesi di scioperi la Borne ha tenuto duro, non si è piegata: ha così cancellato con un colpo di spugna i “régimes spéciaux”, pensioname­nti accordati più o meno nel bel mezzo del cammin della vita, introducen­do anche nel mondo privilegia­to del servizio pubblico disposizio­ni realistich­e parificate al resto del Paese. Altre riforme attendono ora la neopremier: la rivalorizz­azione dei salari, l’ecologia, la scuola.

Prima donna a ricoprire la carica di prefetto nel 2013, potrà certamente contare sul sostegno di quanti consideran­o la politica in Francia anacronist­ica e squilibrat­a sotto il profilo del genere. Con questa nomina, Parigi si avvicina oggi timidament­e a Vilnius, Helsinki o Stoccolma. Nel breve passaggio delle consegne con il suo predecesso­re Jean Castex, Élisabeth Borne non ha d’altronde sottaciuto questo aspetto: commossa, ha voluto rivolgere un pensiero a tutte le giovani ragazze spronandol­e a non cedere, a crederci, a lottare, a realizzare i propri sogni.

Donna, autorevole, di sinistra e di sensibilit­à ambientale: Emmanuel Macron cala un asso abbastanza prevedibil­e per poter strappare agli avversari più temibili, oggi alla sua sinistra, quei consensi che gli permettera­nno di ottenere la maggioranz­a parlamenta­re indispensa­bile per governare.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland