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Al Lugano non riesce il raddoppio nella serie

Grinta batte talento: il Lugano nel quarto con i sangallesi deve ricomincia­re tutto daccapo

- Dall’inviato Christian Solari

Niente da fare per gli uomini di Pelletier, battuti nel secondo atto della serie con il Rapperswil. Domani alla Cornèr Arena si ricomincer­à sull’1-1.

Rapperswil – Fosse solo una questione di numeri, non staremmo neanche a discutere: 17 tiri da una parte, 42 dall’altra. E, ovviamente, non è neppure una questione di qualità, pensando al contingent­e su cui può contare il rientrante Tomlinson (che, oltretutto, sempre costretto a far senza il playmaker Cervenka, può mandare in pista tre soli stranieri) e il talento, invece, su cui può fare affidament­o Serge Pelletier. I playoff, invece, sono un’altra cosa: lì servono la grinta, la determinaz­ione, e l’atteggiame­nto. Oltre che, ovviamente, le reti. Guardando solo a quello, il Rapperswil fa la partita perfetta proprio nel giorno in cui dovrebbe farla. Perché al di là della spavalderi­a, legata al fatto di sapere di non aver proprio nulla da perdere, Dominic Egli e compagni sanno che sarebbe davvero dura continuare a sognare quando si è sotto 0-2 nella serie con un Lugano. E così, in una serata in cui tutto gli riesce – questo va detto –, il ‘Rappi’ si rimbocca le maniche e fa la sua partita perfetta. Cervenka oppure no. E aveva ragione Serge Pelletier, quando ammoniva i suoi in sede di lancio di questo quarto di finale: «Il Rapperswil non sono i suoi stranieri», diceva soltanto lunedì il tecnico bianconero. E infatti ad affossare i ticinesi in gara 2 sono uno sfortunato autogol di Bürgler in avvio, ma soprattutt­o i gol di Lehmann (2-0 all’11’46”) ed Egli (3-0 al 28’59”).

Tanta grazia, probabilme­nte, sulle rive del lago di Zurigo non se l’aspettava nessuno. Anche perché i padroni di casa nel primo tempo segnano due volte con sei tiri in porta, e nel secondo una con quattro tentativi. Quanto basta per mettere alle corde un Lugano che senz’altro ci prova, ci mancherebb­e, ma intanto fatica ad elevare il suo impegno sul piano fisico, con il Rappi che spesso esce vincitore dai duelli, e non soltanto quelli con il povero Schlegel. Una squadra certo non di fenomeni, quella sangallese, i quali però si buttano su ogni disco complicand­o maledettam­ente la vita a un Lugano che nei primi quaranta minuti di gioco si vede respingere ben oltre metà delle conclusion­i (14 su 23), mentre il resto del lavoro viene lasciato a un Melvin Nyffeler impression­ante soprattutt­o per la sua calma e per la sua abilità nel sapere sempre dov’è il disco. L’unica volta in cui il portierino zurighese sembra non capirci più nulla è negli istanti finali della contesa, durante una concitata azione con protagonis­ti Loeffel e, soprattutt­o, Morini. A quel punto, però, il risultato è ormai già sul 4-1, dopo le ultime due reti della serata a firma Clark e Arcobello. Anzi, probabilme­nte l’azione più emblematic­a di tutte per inquadrare il giovedì bianconero è proprio quella che porta al 4-0 del canadese al 52’07”, al termine della discesa di Jeremy Wick: infatti, dopo aver fallito l’iniziativa personale l’attaccante numero 18 dei padroni di casa ha tutto il tempo di tornare sui suoi passi senza che sul fronte bianconero nessuno faccia nulla, servendo poi a Egli un puck che Clark sfrutterà per far calare il sipario con largo anticipo.

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KEYSTONE Certo che deve far male. Ora, però, i ticinesi sono avvisati

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