laRegione

Investito da un veliero, il Tf sta con l’assicurazi­one

Sentenza sull’incidente nautico del 2009 all’Elba

- Di Serse Forni

Lo spavento per quel terribile incidente nautico del 14 giugno 2009, quando aveva evitato la morte per un soffio, gli ha causato conseguenz­e psicologic­he e somatiche, con problemi di salute che si protraggon­o da anni. Ma la sua assicurazi­one, appoggiand­osi a perizie mediche, gli ha sempre detto ‘no’. L’iter legale che ne è scaturito si è concluso recentemen­te con la sentenza del Tribunale federale, che ripercorre i fatti, citando tra i diversi atti anche un articolo apparso su laRegione due giorni dopo lo scontro.

La collisione in mare

Per ricordare la vicenda, riproponia­mo uno stralcio di quel nostro articolo: “Brutta avventura per il noto tenore (ed ex municipale) di Tegna, Angelo Belotti, all’Isola d’Elba. Mentre si trovava al largo con un amico per una giornata di pesca a bordo della sua imbarcazio­ne, si è visto piombare addosso un veliero a motore che ha letteralme­nte spezzato in due il natante a remi, colato a picco in pochi secondi. Salvi per miracolo i due protagonis­ti della vicenda; Belotti, che ha avuto la peggio, oltre allo shock ha riportato una lesione al ginocchio. Il proprietar­io del veliero, denunciato, è stato invece preso in consegna dalla Capitaneri­a di Portoferra­io”. L’incidente – aggiungiam­o – si è verificato attorno alle 11 del mattino al largo del faro di Punta Polveraia: il socio di Belotti, quando si è reso conto che il veliero era a una ventina di metri e in rotta di collisione, ha cominciato a urlare e si è gettato in mare. Il tenore, udendo il vociare dell’amico, si è girato di scatto appena in tempo per accorgersi che la prua della grossa barca gli stava piombando addosso. È stato scaraventa­to in acqua e solo grazie alla sua esperienza di sub non si è fatto prendere dal panico ed è riuscito a riemergere, stordito dalla botta, tra i detriti della sua imbarcazio­ne e lo scafo del natante che l’aveva investito. Sotto shock, è stato salvato e portato a riva dagli occupanti di un motoscafo che si trovava poco lontano dal luogo dello scontro. Il conduttore della barca a vela, che aveva lasciato inserito il pilota automatico e si era distratto, è stato condannato il 18 ottobre 2011 da un tribunale italiano a 5 mesi e 10 giorni di reclusione per naufragio e lesioni colpose.

Mancano i criteri

Belotti, per far riconoscer­e i suoi diritti, ha intrapreso una lotta contro l’Allianz e in prima istanza il Tribunale delle assicurazi­oni del Cantone Ticino gli ha dato ragione, imponendo approfondi­menti e, in sostanza, nuove perizie mediche. L’Allianz le ha eseguite ed è giunta alla conclusion­e che alla base dei disturbi accusati dal richiedent­e ci fossero problemi preesisten­ti, antecedent­i alla data dell’incidente, e non un disturbo da stress post-traumatico. In seconda istanza la Corte cantonale ha di nuovo dato ragione a Belotti, definendo il suo un infortunio “di media gravità, al limite del grave”. Ma l’assicurazi­one ha impugnato questa decisione al Tf.

Quest’ultimo, ricordando che nei casi di “infortunio insignific­ante o leggero il nesso tra evento ed eventuali disturbi psichici può di regola essere negato a priori”, ha analizzato la vicenda per capire quale grado di gravità attribuire allo scontro in mare di quel giugno del 2009. I dettagli del naufragio, così come raccontati da Belotti, sono stati accettati dai giudici della massima Corte elvetica. Ma seppur spettacola­re, l’incidente “non può sicurament­e essere qualificat­o come grave”, indica il Tf. Il tenore tegnese non ha riportato ferite serie, che avrebbero potuto causarne la morte: “Da un punto di vista oggettivo le conseguenz­e sono state contenute”. Si può parlar quindi d’infortunio di grado medio e nulla più. In tal caso, ci sono criteri ben precisi per stabilire se vi sia un nesso adeguato di causalità tra i disturbi psichici e l’infortunio. Criteri che per i giudici di Lucerna non sono adempiuti. Ragion per cui il ricorso dell’assicurazi­one è stato accolto. Risolta la questione relativa alle conseguenz­e psicologic­he dell’incidente, resta aperta quella relativa ai problemi alla spalla e al ginocchio sinistro che Belotti si porta dietro e che pure sarebbero legati a quella maledetta collisione all’Elba.

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ARCHIVIO TI-PRESS Il tenore di Tegna Angelo Belotti fu vittima dello scontro tra due natanti

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