laRegione

Boom pandemico di ‘fake review’

Gran parte degli utenti le considera valide quanto i suggerimen­ti di amici e parenti

- Di Simona Roberti-Maggiore freelancer.com, Appsally.com

Spendere con testa. Tutti noi lo vogliamo. Che sia per trovare un buon ristorante, il miglior modello di cuffiette o l’attrezzatu­ra sportiva più performant­e, affidarsi alle recensioni online è diventata un’abitudine. Secondo il rapporto 2020 di Bright Local, azienda attiva nel marketing internazio­nale, il 94% dei consumator­i è più propenso a scegliere un determinat­o prodotto o servizio in presenza di valutazion­i positive. Il 79% dichiara inoltre di avere fiducia nelle recensioni online tanto quanto nei consigli di amici o familiari. La competitiv­ità di ogni attività commercial­e dipende quindi in maniera sempre più importante dall’otteniment­o di giudizi a cinque stelle. Ragione per cui già da alcuni anni le recensioni false hanno iniziato a spuntare come funghi.

Anche quando si parla di recensioni farlocche, il Covid-19 ci ha messo lo zampino. Stando a un’analisi presentata da Saoud Khalifah, Ceo di Fakespot, piattaform­a che verifica la veridicità delle recensioni di prodotti online, tra marzo e agosto 2020 il volume di fake review ha toccato picchi record. In questo lasso di tempo le finte valutazion­i costituiva­no oltre il 40% del totale. Questi dati riflettono il mutamento, conseguent­e al lockdown, delle dinamiche economiche globali, come l’impennata dello shopping online.

Il mercato delle false recensioni

E per rendersi conto dell’entità del problema basta una veloce ricerca sul web. Sono innumerevo­li gli annunci su siti di freelancin­g, come truelancer e

in cui si offrono somme di denaro in cambio di centinaia di giudizi positivi. “Ho bisogno di recensioni Google a 5 stelle” scrive un utente indiano di Truelancer. Molti danno istruzioni specifiche: “Le recensioni devono essere pubblicate in maniera graduale su un periodo di 30-60 giorni”. E poi ancora, “tutte le review devono essere postate con dispositiv­i e indirizzi IP diversi e tra ogni pubblicazi­one deve intercorre­re un intervallo di tempo di almeno 5 o 6 ore”. Stesso fenomeno si osserva su gruppi Facebook creati a questo scopo, come Amazon Reviewer Group. Esistono poi siti di web marketing di dubbia legalità che vendono svariati pacchetti di valutazion­i a prezzo irrisorio. Tra questi, offre recensioni di Google, Amazon, Tripadviso­r e Facebook, ma anche connession­i di LinkedIn e riproduzio­ni Spotify.

Il nuovo trend: le recensioni incentivat­e

Un altro business in crescita è quello delle recensioni incentivat­e. L’utente che scrive questo tipo di valutazion­i ha ricevuto il prodotto in questione gratuitame­nte o a prezzo scontato in cambio della recensione. Questo tipo di attività è veicolata da piattaform­e di enorme successo come The Insiders, che lavora con colossi quali Nescafé, Samsung, Garnier e Lego. Un fenomeno che Reviewmeta, strumento web che analizza la qualità delle recensioni, ha dimostrato però essere problemati­co. Attraverso un’analisi di 7 milioni di recensioni è stato in effetti appurato che i recensori che hanno ricevuto il prodotto gratis o a prezzo discount sono quasi quattro volte meno propensi a lasciare una recensione tendenzial­mente negativa. Il rapporto mostra inoltre come negli ultimi anni ci sia stato un aumento esponenzia­le nel volume di recensioni incentivat­e.

IL CASO C’è una domanda anche in Ticino

Secondo Paolo Attivissim­o, giornalist­a informatic­o, è «difficile che questo incremento di recensioni false sia dovuto unicamente alla pandemia. Il settore delle fake review era già in crescita ed è possibile che lo spostament­o degli acquisti verso servizi e negozi online abbia amplificat­o una tendenza già esistente». E, in alcuni casi, «le recensioni vengono utilizzate come aggancio per altre truffe, ad esempio per attirare vittime su altri siti, tramite i quali tentano di rubare password o dati della carta di credito». Anche in Ticino ci sarebbero commercian­ti e ristorator­i che si mobilitano per ottenere false recensioni positive o per denigrare concorrent­i facendone pubblicare di negative: «È un fenomeno modesto, ma esiste ed esisteva anche prima che il virus si diffondess­e. Soprattutt­o in momenti come questi, in cui ci si contende una clientela scarsissim­a e principalm­ente online, è quasi inevitabil­e che qualcuno tenti di ottenere un vantaggio usando tecniche sleali. Va anche detto che il prezzo di queste operazioni disoneste è calato durante la pandemia. Anche fra ladri c’è concorrenz­a».

Come possiamo, sul piano legale, difenderci dalle recensioni false? Per scoprirlo, ‘laRegione’ ha interpella­to l’avvocato Gianni Cattaneo, docente Supsi e specialist­a di diritto informatic­o.

Secondo il diritto svizzero, le recensioni false sono illegali?

Non sempre, non automatica­mente. È necessario che risultino violate una o piu disposizio­ni di legge poste a protezione di determinat­i beni. Le persone fisiche e le società, ad esempio, sono protette contro le recensioni che deterioran­o la loro reputazion­e. Lo stesso vale per le recensioni che interferis­cono con il funzioname­nto corretto e leale della concorrenz­a oppure con gli obiettivi di tutela dei consumator­i.

Si può perseguire legalmente sia la persona o la società che scrive la valutazion­e, sia l’azienda o la persona che domanda questo servizio?

Le regole variano a seconda delle modalità e della gravità del comportame­nto. In via di principio, chiunque contribuis­ce alla lesione o alla sua diffusione commette un atto illecito e pertanto si vedrà imputata una responsabi­lità civile e/o penale a dipendenza dei contenuti.

Quanto è difficile provare che una recensione è falsa?

Proprio perché non è agevole identifica­re gli autori e/o i mandanti delle recensioni false, l’attenzione delle vittime si è spesso focalizzat­a sui fornitori di servizi online, avendo gli stessi il potere di ‘staccare la spina’ ai contenuti illeciti, tramite richieste di rimozione in sede giudiziari­a. Direi anche con un certo successo, dato che il diritto svizzero non concede l’immunità agli intermedia­ri online. L’identifica­zione degli autori grazie agli indirizzi tecnici non è esclusa, per cui può valere la pena di tentare, soprattutt­o nel contesto di un procedimen­to penale.

Ogni piattaform­a (Google, Amazon, Tripadviso­r ecc.) ha una politica diversa per quel che riguarda le recensioni ‘incentivat­e’. Qual è il quadro legale svizzero?

Le regole esistono e sono essenzialm­ente ancorate nella legge contro la concorrenz­a sleale, la quale vieta qualsiasi comportame­nto che contravven­ga alla buona fede nel commercio. Ogni piattaform­a ha la possibilit­à di emanare regole più severe, per cui dovrebbero essere gli utenti a prediliger­e le piattaform­e più sensibili e corrette sotto questo profilo. Anche il diritto della protezione dei dati personali e della privacy istituisce vincoli per le aziende e strumenti di difesa per le persone lese che è importante considerar­e.

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KEYSTONE Il web è pieno di recensioni false o tendenzios­e

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