Commerci in difficoltà: il Borghetto perde altri pezzi
Chiuderanno lavanderia, negozio ed enoteca
Chi ha l’abitudine di passeggiare lungo la via Borghetto di Giubiasco se ne sarà reso conto; negli anni le vetrine che si affacciano sulla strada hanno cambiato insegna più volte. I piccoli negozi non hanno vita facile, la concorrenza online e dei grandi centri commerciali ha mietuto vittime un po’ in tutto il cantone. E l’arrivo del Covid19 per molti è stato il colpo di grazia. La crisi non ha risparmiato nemmeno il cuore pulsante dei commerci di Giubiasco che a breve perderà altri pezzi. Fra pochi giorni chiuderà infatti l’enoteca The Winery e nei prossimi mesi abbasseranno le serrande anche un negozio di specialità alimentari, aperto soltanto quest’estate, e una lavanderia. Nell’anno appena concluso invece hanno terminato la loro attività un negozio di abbigliamento militare, chiuso pochi mesi dopo l’apertura e un chiosco. Porte chiuse definitivamente anche al Ristorante pizzeria Centrale che ha concluso la sua attività due anni fa. La pandemia, dicevamo, per molti ha peggiorato gli affari, come nel caso dell’enoteca The Winery, aperta due anni e mezzo fa. Per la responsabile Monica Lo Bianco, con l’entrata in scena del coronavirus, il lavoro è calato, tanto da trovarsi in difficoltà a pagare l’affitto. La scelta è stata quindi quella di chiudere il negozio e di continuare con la vendita di vini online e con consegne a domicilio. Uno dei principali problemi riscontrati dalla clientela dell’enoteca era la mancanza di posteggi nelle immediate vicinanze del negozio. Per chi acquista dei cartoni di vino, spiega la titolare, è piuttosto faticoso trasportarli fino ai posteggi più vicini, distanti comunque alcune centinaia di metri. Qual è la causa del frequente susseguirsi di aperture e chiusure in via Borghetto? Ne abbiamo parlato con Sabrina Borella, membro di comitato della Società commercianti di Giubiasco, nonché titolare di una gioielleria proprio sulla via. «Negozi che aprono e chiudono ci sono in tutto il cantone e non solo a Giubiasco», tiene a sottolineare. «È vero che in via Borghetto non ci sono tantissimi commerci e quindi balza all’occhio appena ne chiude uno o due», afferma. Il problema non sta secondo lei nella mancanza di posteggi, «anzi ritengo che nelle vicinanze ce ne siano diversi». Anche riguardo agli affitti, Borella sostiene che da sue informazioni non le risulta che questi siano troppo alti, essendo peraltro abbastanza datati gli edifici presenti nella via. Una possibile causa di chiusura sarebbe da ricondurre anche al tipo di commercio aperto, poiché, secondo Borella, non tutte le attività funzionano, ma molto dipende dagli articoli venduti.
‘Il problema è la mentalità, non il Covid’ Mentre per quanto concerne la situazione pandemica, la nostra interlocutrice risponde che la Società dei commercianti di Giubiasco non ha finora ricevuto segnalazioni riguardo a chiusure dovute al Covid-19. I problemi che toccano i commerci sono presenti già da prima dell’arrivo del coronavirus, spiega. «È una situazione difficile che si è aggravata negli anni. Il Covid non c’entra, anzi, alcuni negozi, come quelli che vendono viveri, hanno addirittura lavorato di più perché le persone non si sono recate Oltreconfine per fare acquisti». Borella ricorda l’importanza di sostenere i piccoli commerci, ad esempio evitando di acquistare articoli online. «È un problema di mentalità, ma la popolazione dovrebbe capire che di questo passo si camminerà per strada con i negozi chiusi». E il riferimento non è alle chiusure provvisorie imposte attualmente dalle autorità per contenere il contagio del virus.