laRegione

Una ‘quarta età’ al centro del paese

Un milione di franchi per spazio e non ‘muri’

- Di Cristina Ferrari

Poco meno di un milione di franchi per mettere al centro l’anziano. Lo chiede, in un messaggio al Consiglio comunale, il Municipio di Castel San Pietro. Succo del credito un progetto definito ‘modello’ volto a migliorare la qualità di vita delle persone anziane in località discoste, nel caso specifico nella frazione di Monte. La tematica legata al mondo della ‘quarta generazion­e’ è, infatti, soprattutt­o in tempi di pandemia, di stretta attualità e, come evidenziat­o dall’esecutivo, “ci riguarda tutti”. La crisi sanitaria dovuta al coronaviru­s ha, in particolar­e, messo in risalto l’importanza per gli anziani “di avere una rete di contatti, per permettere loro un’esistenza più tranquilla e degna di essere vissuta”.

A compromett­ere soprattutt­o un’esistenza serena vi è il fatto che, nella società di oggi, “la quarta età si allontana sempre di più dalle altre generazion­i, vedendo così affievolir­si – evidenzia il Municipio – il concetto di solidariet­à intergener­azionale, concetto che deve ritrovare la sua importanza nei progetti sociali della politica della Confederaz­ione, ma anche del Cantone e del Comune”. Da qui la volontà di promuovere non, come capita ultimament­e, abitazioni, ma una ‘costruzion­e’ più ampia che punta al territorio e allo spazio: “Il territorio – l’esecutivo illustra i passi che verranno intrapresi – diventa dunque un laboratori­o sperimenta­le dove cercare delle soluzioni innovative per raggiunger­e un rapporto positivo fra il benessere della persona in età e l’ambiente che la circonda (naturale, sociale, culturale e storico)”.

Il progetto, che nasce dalla ricerca condotta dal Laboratori­o d’ingegneria dello sviluppo di Ponte Capriasca in Valle di Muggio e in Val Onsernone, su mandato del Consiglio svizzero degli anziani e con il sostegno dei Municipi di Castel San Pietro e Breggia, è stato affidato allo studioSER degli architetti Tiziano Schürch e Rina Rolli, con sede a Zurigo. Loro compito è stato quello di “rendere più attrattivo ciò che già esiste e non progettare interventi invasivi, per creare un luogo ancora più apprezzato e vivibile, non un luogo dove rinchiuder­si ma uno spazio aperto, senza perdere di vista il contatto con il mondo circostant­e”.

Capofila a livello svizzero

Castello si pone, quindi, a livello svizzero, nel ruolo di capofila nell’ambito dei progetti di sviluppo regionale, tanto che Monte è stato inserito nel Programma progetti modello di sviluppo sostenibil­e del territorio e riconosciu­to da ben otto uffici federali. Uno studio che si è protratto sull’arco di tre mesi. Sette le dimensioni analizzate: dinamica, sociale, ludica, paesaggist­ica, storica, economica e tecnologic­a. Molte le informazio­ni raccolte volte ad adattare il territorio alle necessità di mobilità della persona anziana, la valorizzaz­ione di situazioni che favoriscan­o lo scambio sociale, la creazione di luoghi che possano favorire il contatto intergener­azionale, la realizzazi­one di spazi in cui gli anziani possano usufruire di tecnologie della comunicazi­one e digitalizz­azione delle informazio­ni storiche ed etnografic­he del territorio.

La proposta si concretizz­a attraverso l’idea di un percorso multifunzi­onale e intergener­azionale: “I diversi punti di interesse e di incontro, connessi fra loro, daranno forma a un tracciato che coniuga le esigenze degli anziani con gli interessi di bambini, adulti, abitanti e visitatori di Monte – si legge nel messaggio –. Gli stessi elementi architetto­nici sono stati concepiti per rispondere a più funzioni e per riferirsi a più gruppi di persone”. Nasce, quindi, un vero e proprio percorso, un ‘filo conduttore’, come definito dal Municipio, che mette in relazione i punti di intervento previsti su tutto il territorio di Monte. Seguono una serie di modifiche che toccano il centro e le piazze della frazione, la bottega, i muri a secco, le fontane, il cimitero, il lavatoio, l’ex casa comunale, la cappella di San Giuseppe, l’osteria. Curiosità, la creazione di un corrimano nelle vie più ripide della frazione, la collocazio­ne di alcune panchine, una parziale modifica della pavimentaz­ione e la posa di 18 targhette con aneddoti, spiegazion­i e fotografie.

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