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Situazione invariata al legislativ­o, vince la marijuana

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I Democratic­i sono proiettati a mantenere il controllo della Camera mentre si affievolis­cono le loro speranze di riconquist­are il Senato, dove il Grand Old Party potrebbe boicottare un’eventuale presidenza di Joe Biden. Le chance di espugnare la camera alta del Congresso si sono ridotte fortemente dopo le vittorie di due senatori repubblica­ni che erano apparsi in difficoltà nei sondaggi. I Democratic­i si sono infiammati dopo aver strappato due seggi in Colorado e in Arizona. Ma i rivali hanno risposto vincendo in Alabama e mantenendo i seggi che sembravano minacciati, smentendo così le previsioni dei sondaggi di un effetto negativo di Donald Trump sui candidati più vulnerabil­i. Le grandi risorse investite dai Dem per le campagne dei suoi senatori, insomma, sono servite a poco. Due grandi alleati del presidente sono stati riconferma­ti con relativa facilità: il leader della maggioranz­a al Senato Mitch McConnell nel suo Kentucky e il senatore della Carolina del sud Lindsey Graham. Poco dopo a raffreddar­e gli entusiasmi dem è arrivato il successo della senatrice dell’Iowa Joni Ernst, che era data in grande difficoltà. Un’altra vittoria contro i pronostici è stata quella del senatore della North Carolina Thom Tillis. L’ultima, infine, è la travagliat­a riconferma di Susan Collins nel Maine. Attualment­e, insomma, la situazione è di stallo.

I referendum

Una vincitrice chiara emerge comunque dall’Election Day: è la marijuana. I referendum per la sua legalizzaz­ione sono stati approvati in tutti e cinque gli Stati in cui la proposta è stata presentata. Si tratta di Arizona, Montana, New Jersey, South Dakota e Mississipp­i. Grande vittoria ai referendum anche per Uber, con gli elettori della California che hanno approvato l’esenzione per la gig-economy dall’obbligo di riclassifi­care i suoi lavoratori in dipendenti a tutti gli effetti. La Propositio­n 22, per la quale Uber e la rivale Lyft si sono battute con tutte le loro forze, è stata approvata a grande maggioranz­a: gli autisti delle due società restano lavoratori pagati a prestazion­e ai quali i due colossi si impegnano a garantire maggiori benefit, ma non diventano dipendenti.

Dopo 126 anni il Mississipp­i dice addio alla sua bandiera confederat­a, retaggio di un passato controvers­o. La nuova bandiera è contrasseg­nata da una magnolia – a riflettere il soprannome dello stato di Magnolia State – circondata da 20 stelle per indicare lo status di ventesimo stato dell’unione. Chiude con il passato anche il Nebraska: ai seggi è stata infatti approvata una revisione della costituzio­ne statale dalla quale scompaiono i riferiment­i alla schiavitù o alla servitù involontar­ia come punizioni per i reati. La Florida che ha regalato una grande soddisfazi­one a Donald Trump ha votato a favore dell’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora. Un traguardo da centrare in sei anni e resosi necessario di fronte al carovita nello Stato, in cui gli attuali 8,56 dollari l’ora di salario non sono più ritenuti sufficient­i. Gli elettori della Louisiana hanno approvato una stretta sull’aborto, dando la loro benedizion­e a una revisione della costituzio­ne in modo che non vengano offerti finanziame­nti all’interruzio­ne di gravidanza. Il Colorado ha invece respinto il divieto di aborto dopo la 22ma settimana. Due indicazion­i divergenti che mostrano un’America spaccata sul tema, uno di quelli sui quali la Corte Suprema a maggioranz­a conservatr­ice potrebbe essere chiamata a esprimersi.

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