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Cosa ci dice un pelo

Depilarsi, non depilarsi. Per alcune è diventato un dilemma. Per altre una questione di moda, di rivendicaz­ioni e a volte di semplice pigrizia.

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“Le millennial­s oggi non si depilano più”. O meglio: “Si depilano solo se ne hanno voglia”. Come sarebbe bello il mondo se fosse davvero così; forse i nostri nipoti (o già i figli) sceglieran­no in libertà se strapparsi i peli, indipenden­temente se sono maschi o femmine. Ma per molte di noi, donne del secolo scorso, il cespuglio sotto l’ascella o la gamba pelosa, non ce lo possiamo permettere. Anche se...

Il pelo delle star

Finora la depilazion­e è stata soprattutt­o una questione di moda. Oggi fior fiore di donne famose hanno dichiarato di non essere ossessiona­te dalla peluria; Gwyneth Paltrow preferisce un look più vintage per il suo pube, cioè lo lascia incolto; Madonna e soprattutt­o sua figlia Maria Lourdes stanno combattend­o una crociata in favore del pelo ovunque e del monosoprac­ciglio “alla Frida”; già Julia Roberts nel 1999 aveva mostrato ascelle non depilate, ma oggi si tratta di una vera e propria campagna in cui sempre più influencer, cantanti, attrici e modelle posano in modo nature al grido di “Long hair, don’t care”.

In Corea, addirittur­a, si fa di più: è scattata la moda del trapianto di peli pubici, per infoltire.

Tortura cinese

La fashion blogger spagnola Paloma Goñi, dal suo

airesdesca­mbio.com ha lanciato la campagna contro lo strappo doloroso che sembra obbligator­io per ogni fanciulla sessuata. “Il fatto di essere donna mi obbliga a depilarmi?”, si è chiesta. “Se dipendesse solo da me non lo farei. Ma dipende davvero solo da me? Logicament­e con il mio corpo posso fare quello che voglio, ma non sono preparata ad ascoltare critiche e sopportare gli sguardi altrui. Quello che contesto è che siamo arrivati a un punto tale che il genere femminile non abbia scelta. Viene dato per scontato che una donna si rada i peli su gambe e ascelle. Alcune ragazze sono arrivate a rivendicar­e il diritto di mantenere i propri peli sulle parti intime. Penso che noi donne dobbiamo tornare a poter scegliere se volerci depilare o meno senza aver bisogno di passare per una rivoluzion­e”.

Un’amica che studia teatro a Barcellona (una Millennial, cioè nata negli anni Novanta), mi ha raccontato che dopo mesi in cui non si depilava “perché non ne avevo voglia e non mi sento obbligata a farlo”, ha avuto caldo e si è fatta una ceretta. Ha così subito lo sguardo di delusione delle sue compagne: “Ah, anche tu ti depili allora...”, le hanno detto. In certi ambienti, mi ha spiegato, la depilazion­e è simbolo di “sottomissi­one convenzion­ale a canoni di bellezza superati”. Forse al di là dei fanatismi, alla fine l’atteggiame­nto più saggio resta quello di chi dice: “Ti depili? Non ti depili? E chi se ne frega”.

Donna barbuta non è sempre piaciuta

Ma perché ci depiliamo? Per non sembrare animali, per motivi di igiene, persino per ragioni religiose, come i sacerdoti egizi. Per sembrare più giovani, imberbi, efebi; per avere una pelle liscia, perfetta. Per mostrare i tatuaggi. Perché essere femminili significa accentuare le differenze con gli uomini.

Si sa che in tempi antichi si depilavano gli egizi, i romani di classe elevata, gli atleti greci. Si dice che la Chiesa durante il Medioevo si era pronunciat­a su tali questioni: i peli non devono essere mostrati, in particolar­e quelli delle ascelle perché ricordano quelli pubici e sono osceni.

Da quando esistono i vestiti i peli sono detti “superflui” e quindi soggetti alle mode più che ai bisogni fisiologic­i. E da quando esiste il rasoio a mano libera (1762) finalmente si è potuto dire addio alle antiche tecniche con gusci di noce arroventat­i, pelle di pescecane da strofinare e altre amenità.

Nel Rinascimen­to le donne considerav­ano la fronte un elemento di bellezza e quindi si strappavan­o i capelli all’attaccatur­a per renderla più spaziosa; negli anni Venti si depilavano le sopraccigl­ia così da poterle ridisegnar­e con la matita. Ma niente ha valso il lancio nel 1915 dei primi rasoi usa e getta per gambe e ascelle femminili: i Milady Décolleté Gillette. Il motore più potente, quello che ha reso però la depilazion­e socialment­e obbligator­ia per le donne, è stata la pubblicità: per anni, su ogni rivista femminile veniva ricordato che per una signorina sexy i peli in vista non erano più accettabil­i. Mano a mano che i vestiti si accorciava­no, la depilazion­e si allungava fino alla moda di rasarsi le parti intime, nata nel mondo del porno verso gli anni Ottanta e diffusa poi tra la popolazion­e, maschile e femminile.

Negli anni Settanta c’era già stata una tendenza controcorr­ente: alcune femministe si facevano crescere i peli perché volevano ribellarsi al motto “per essere belle bisogna soffrire” (e pagare, e perdere tempo). Oggi, nonostante siano sempre di più le ragazze e i ragazzi che si fanno le depilazion­i integrali e definitive, sono sempre di più anche i giovani che non badano alle differenze di genere. Ragazze che non sono ossessiona­te dal loro aspetto fisico e che si fanno crescere i peli anche per sentirsi più belle: donne che stanno costruendo un nuovo ideale estetico.

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