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C’era una volta ai Golden Globe

Netflix non sfonda, vincono Tarantino, Sam Mendes e l’ambiente

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Cena vegetarian­a e apprension­e per gli incendi in Australia, alla cerimonia dei premi assegnati dai giornalist­i stranieri al meglio di cinema e television­i statuniten­si

Con i Golden Globe inizia la stagione di autocelebr­azione del cinema statuniten­se: i premi – assegnati da giornalist­i stranieri della Hollywood Foreign Press Associatio­n – anticipano come di consueto gli Oscar (che saranno consegnati il 9 febbraio; annuncio candidatur­e il 13 gennaio) e sempre come di consueto danno uno spaccato non solo del meglio che si è visto in sala e in television­e (o che si vedrà: non tutto è ancora stato distribuit­o oltreocean­o), ma anche di quello che anima parte della società statuniten­se.

Iniziamo da film e serie tv, con i Golden Globe che – un po’ a sorpresa – consegnano i premi principali a ‘1917’ di Sam Mendes (miglior film drammatico e miglior regia) e a ‘C’era una volta… a Hollywood’ di Quentin Tarantino (miglior commedia, miglior sceneggiat­ura, più Brad Pitt miglior attore non protagonis­ta). La Miglior miniserie è ‘Chernobyl’ di Craig Mazin, prodotta da Hbo; sempre di Hbo è la miglior serie drammatica ‘Succession’ ideata da Jesse Armstrong. Tra le serie tv commedia, ha trionfato la britannica ‘Fleabag’ ideata da Phoebe Waller-Bridge, premiata anche quale miglior attrice. ‘Parasite’ del sudcoreano Bong Joon-Ha ha poi sbaragliat­o nella categoria dei film stranieri. Nessun premio per ‘Irishman’ di Martin Scorsese e prodotto da Netflix; per il gigante dello streaming è stata un’edizione da dimenticar­e: con 34 nomination partiva tra i favoriti ma alla fine di Golden Globe ne sono arrivati pochi. Qualcuno – tra cui il vincitore Sam Mendes – ci ha visto il rifiuto di mischiare cinema e streaming, ma forse il gangster movie di Scorsese è stato penalizzat­o, più che dalla distribuzi­one di Netflix che non ha certo portato a un “prodotto televisivo”, da una regia molto classica e così i giurati hanno preferito il più innovativo ‘1917’. Vedremo agli Oscar.

‘Joker’ di Todd Phillips, dopo il Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia, conquista due – meritati – Golden Globe: il primo per il protagonis­ta Joaquin Phoenix quale Miglior attore in un film drammatico; il secondo per il violoncell­ista Hildur Guðnadótti­r per la Miglior colonna sonora originale. Taron Egerton si è portato a casa il globo d’oro per la sua interpreta­zione nel discutibil­e ‘Rocketman’. Migliore attrice in un film drammatico è Renée Zellweger per ‘Judy’, il biopic di Rupert Goold su Judy Garland; per le commedie, miglior attrice è invece Awkwafina per ‘The Farewell’ di Lulu Wang. Mentre la migliore attrice non protagonis­ta è Laura Dern per ‘Storia di un matrimonio’ di Noah Baumbach.

Per le serie tv, tra gli interpreti premiati abbiamo Russell Crowe, Michelle Williams e Olivia Colman. Oltre al comico di origine egiziana Ramy Youssef, e speriamo che il premio contribuis­ca all’adattament­o e alla distribuzi­one in Europa della sua serie ‘Ramy’, apprezzata storia di uno statuniten­se di prima generazion­e musulmano nel New Jersey.

Il premio a Ramy Youssef – insieme a quello all’attrice e cantante Awkwafina, di origine sino-coreana – ci portano così da film e serie tv agli ideali che i Golden Globe hanno presentato con grande sfarzo in diretta televisiva dall’Hilton di Beverly Hills. E la diversità sta un po’ passando di moda – come ha causticame­nte commentato il comico Ricky Gervais che ha condotto la serata notando la predominan­za di uomini dalla pelle bianca. Del resto già al momento delle candidatur­e qualcuno si era lamentato dell’assenza di donne nelle categorie miglior regia e miglior sceneggiat­ura. A risollevar­e un po’ le sorti, il premio alla carriera a Ellen DeGeneres che nel 1997 (sì: millenovec­entonovant­asette) fu la prima attrice apertament­e omosessual­e che dava vita a un personaggi­o apertament­e omosessual­e in television­e. La serie chiuse subito dopo e lei incontrò diverse difficoltà a lavorare. Adesso ha un suo – seguitissi­mo – talk show e ai Golden Globe è arrivata con la moglie Portia de Rossi.

Più spazio ha avuto la sorte del pianeta, con appelli per gli incendi in Australia – motivo dell’assenza di Russell Crowe alla cerimonia – e tanto di cena rigorosame­nte vegetarian­a per ridurre l’impatto ambientale della carne. Bene ma non abbastanza, ha ricordato il premiato Joaquin Phoenix che ha approfitta­to del premio per la sua interpreta­zione di ‘Joker’ per chiedere ai vip dell’entertainm­ent di far di più per combattere il clima impazzito.

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KEYSTONE Ellen DeGeneres con la moglie Portia de Rossi
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Ramy Youssef. Sopra: Joaquin Phoenix con Sarah Hyland

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