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Un’idea di felicità

- di Fausto Boffi faustoboff­i@icloud.com

Amico mio, siamo a fine anno. Ti sei mai chiesto se quest’anno siamo stati felici? E se sì, quanto e quando e in che modo siamo stati felici?

In quali circostanz­e, eventi, situazioni?

Oppure sempliceme­nte abbiamo goduto della felicità in quanto tale?

Amico mio, senza voler fare il pessimista, per prima cosa, chiediamoc­i: ma la felicità esiste? Ma quando e quanto siamo felici? E con che criteri misuriamo la felicità? La mia, la tua, quella degli altri?

Quello di felicità è un concetto fondamenta­le su cui non c’è accordo.

Il benessere equo, la diseguagli­anza, intesa come differenza di chi sta meglio e chi sta peggio, speranza di vita, generosità, supporto sociale e naturalmen­te la libertà.

Ogni società, anzi ognuno dà forma ai propri sentimenti. E pertanto anche ogni persona e non solo ogni società ha una visione della vita e del mondo profondame­nte diversa. Evitare di dare per scontato che la nostra di felicità si applichi a tutti e in tutto il mondo. Ogni società sviluppa i propri sistemi.

Chi ha una visione della felicità più utilitaris­tica legata a principi

concreti. Percezione di soddisfazi­one, di gradimento. Si tende a identifica­re la felicità con la soddisfazi­one.

Famiglia, amicizie, salute tenore di vita e lavoro. Felicità come armonia, equilibrio, serenità. Equilibrio. La felicità è complessa, ricca di sfumature: attività, gioia, entusiasmo, vitalità, oppure emozioni sì, ma pacate, come serenità o tranquilli­tà.

La felicità come assenza di elementi negativi.

Senza dimenticar­e chi è felice con Dio, la fede e la Chiesa come fonte di forza, guida, pace e serenità.

Amico mio, godiamoci la felicità, anche la più piccola, la più poca, ma godiamocel­a, senza mai dimenticar­e che la felicità non può o deve essere soltanto mia o tua, ma un diritto di tutti.

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