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Valanga sugli sciatori

Slavina si abbatte su una pista del comprensor­io di Andermatt-Sedrun

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Sei persone liberate: due con lievi ferite. Nessuno risulta disperso. Accertamen­ti in corso per chiarire le cause

Secondo l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (Slf), nella regione di Andermatt c’è un pericolo di grado 3 su 5, ovvero marcato. La principale minaccia deriva dalle “grandi quantità di neve fresca e neve ventata degli ultimi tre giorni”, si legge nel bollettino aggiornato alle 8 di ieri. L’Slf mette in guardia: “In tali condizioni delle valanghe possono staccarsi in seguito anche solo al passaggio di un singolo sciatore e raggiunger­e dimensioni pericolosa­mente grandi”. Al di sotto dei 2’200 metri circa (la zona dove ieri s’è staccata la slavina si situa su per giù a questa quota) sono possibili valanghe per scivolamen­to di neve di medie dimensioni, avvertiva l’istituto, raccomanda­ndo di “evitare se possibile le zone con rotture da scivolamen­to”. Le valanghe per scivolamen­to di neve sono un fenomeno relativame­nte nuovo e difficilme­nte prevedibil­e. Sul sito dell’Slf le descrivono così: “Lo slittament­o della neve è un lento movimento verso valle dell’intero manto nevoso sul suolo (in un ordine di grandezza che va da alcuni metri fino ad alcuni metri al giorno)”. Perché si verifichi, “la fascia basale del manto nevoso, ossia l’interfacci­a fra la neve e il suolo, deve essere umida o bagnata”. Ciò avviene “in particolar­e quando il suolo è caldo e produce quindi un riscaldame­nto e un’umidificaz­ione del manto nevoso a partire dal basso”. Carlo Danioth, direttore degli impianti nella zona est della SkiArena Andermatt-Sedrun, aveva spiegato lo scorso febbraio all’agenzia Keystone-Ats che le condizioni per una valanga da slittament­o sono riempite in genere quando nevica presto e in modo relativame­nte copioso su un suolo reso caldo da un autunno mite.

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