Non solo Cassis nel mirino
La bernese candidata ufficiale. Non più escluso un attacco a Karin Keller-Sutter Il gruppo dei Verdi precisa la strategia in vista del rinnovo del Consiglio federale. Plr e Udc fanno quadrato attorno ai ministri in carica.
Il gruppo dei Verdi ha designato ufficialmente Regula Rytz candidata al Consiglio federale. Non più escluso un attacco al secondo seggio liberaleradicale (di Karin Keller-Sutter).
Giovedì, levando il velo sulle sue ambizioni, la presidente dei Verdi Regula Rytz non aveva lasciato adito a dubbi: l’11 dicembre, il suo attacco sarà sferrato al primo seggio Plr da rinnovare, quello di Ignazio Cassis; fuori discussione, invece, attaccare il secondo, quello di Karin Keller-Sutter, che in virtù del principio di anzianità dovrà essere confermata dopo il ticinese. Insomma: il rappresentante della minoranza italofona si può sacrificare (e poi in ultima analisi la responsabilità sarebbe del Plr, che potrebbe anche decidere di mantenerlo in corsa assieme alla collega di governo), una donna (per giunta della Svizzera orientale, altra regione che da tempo attendeva di avere un suo consigliere federale) no.
Nel frattempo la musica è cambiata. Nominando «per acclamazione» la «costruttrice di ponti» Regula Rytz candidata unica al Consiglio federale, la ‘frazione’ ecologista ieri non ha escluso un agguato in seconda battuta alla ‘ministra’ sangallese, qualora il primo dovesse andare a vuoto. Una decisione non è ancora stata presa, ha spiegato alla stampa a Palazzo federale il capogruppo Balthasar Glättli. «Il problema non è la persona, ma la sovrarappresentazione del Plr», ha aggiunto. Dunque anche una donna, se del caso, può essere sacrificata.
‘Niente giochetti’
Le elezioni del 20 ottobre, ha detto Glättli, hanno cambiato il panorama politico: i Verdi sono ormai la quarta forza in Parlamento. E «le elezioni devono avere delle conseguenze», altrimenti le persone «si chiederanno perché andare a votare». Il presidente del gruppo ecologista ha poi spiegato la decisione di presentare una sola persona (in quella che ha definito «un’avventura») col fatto che tra meno di tre settimane si tratta di rieleggere dei ministri a fine legislatura. Sarebbe stato diverso, a suo dire, in caso di una partenza di un consigliere federale prima del termine del mandato. In ogni caso, Glättli
ha messo in chiaro che il suo partito non intende lasciarsi invischiare in «giochetti»: nessun attacco quindi all’unico seggio del Ppd o ai due seggi del Ps (ipotesi ventilata dall’Udc).
Lo zurighese ha ribadito quanto detto alla vigilia da Regula Rytz. Ci vuole una nuova formula magica. Di questo tipo: due seggi a testa a Udc e Ps; uno ciascuno a Ppd, Plr e Verdi. Purtroppo, ha affermato, dagli altri partiti – dal Plr in particolare – non sono giunti finora segnali che lascino presagire una prossima intesa su una formula magica alternativa.
Plr aperto a ‘discussioni sul sistema’
«La stabilità è importante», per la presidente del Plr Petra Gössi. «A nostro giudizio non c’è alcun motivo per non rieleggere un membro del governo nell’attuale situazione», le ha fatto eco il capogruppo Beat Walti in una conferenza stampa a Palazzo federale. «Non bisogna gettare alle ortiche un sistema stabile di successo. Non vogliamo una Svizzera con dei consiglieri federali in campagna elettorale permanente», ha aggiunto. Accompagnati dal neo vicepresidente del gruppo Olivier Feller, Gössi e Walti hanno poi lodato l’operato dei loro due consiglieri federali. Regula Rytz non verrà invitata a un’audizione. Ma Walti ha lasciato aperta la porta «a discussioni sul sistema»: un adattamento della formula magica o un allargamento del Consiglio federale a nove membri.
Se l’attacco dei Verdi andrà in porto, dipenderà in buona parte dal Ppd. Il tema verrà discusso stamane dal gruppo. Lo scetticismo riguardo all’opportunità di partecipare all’operazione Rytz sembrerebbe abbastanza diffuso. Per una decisione si dovrà però attendere, forse fino alla vigilia dell’elezione. Perplessità anche tra i Verdi liberali. Le hanno espresse ieri dalle colonne del ‘Tages-Anzeiger’ il presidente Jürg Grossen e la capogruppo Tiana Moser. Entrambi preferirebbero inoltre un ticket con due nomi. Come il Plr, anche il gruppo Udc non vuole cambiamenti della composizione partitica del Consiglio federale. “L’Udc sostiene la concordanza dei quattro attuali partiti di governo, a condizione che anche gli altri la rispettino”, si legge in una nota. La questione di un seggio dei Verdi si porrà al più presto nel 2023. L’“attacco alla Svizzera italiana”? “Incomprensibile”.