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‘Viaggiare, vedere, conoscere, sperimenta­re’

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Fino ad oggi la Bmx era conosciuta soprattutt­o per la prova Race, già presente ai Giochi da diverse edizioni: «Anche in questo caso, però, la bicicletta è completame­nte diversa – afferma Simon Yacoub –. Se quelle di Freestyle sono delle utilitarie, quelle da Race sono delle limousine: molto più lunghe, più basse in quanto occorre cercare di rimanere il più possibile ancorati al terreno, più aerodinami­che per favorire la velocità. Inoltre, sono tutte in carbonio, mentre le nostre sono in alluminio». Il Freestyle è una specialità che da noi è ancora legata al dilettanti­smo puro: si pedala per divertimen­to... «A livello mondiale da quando la disciplina fa parte degli X Games, la profession­alità dei principali atleti è molto cresciuta. Da noi, invece, tutto ruota attorno al semplice piacere: cerchi sempre di trovare qualche sponsor per finanziare i viaggi, oppure per aggiungere una personaliz­zazione alla tua bicicletta, ma è difficile sperare in qualcosa di più».

A livello svizzero il prossimo 22 ottobre allo Skills Park di Winterthur andrà in scena il primo Campionato svizzero al quale Yacoub, attualment­e infortunat­o, non potrà prendere parte. Gli obiettivi futuri del giovane locarnese sono però un po’ diversi dal puro agonismo... «In primo luogo intendo portare a termine gli studi in architettu­ra a Mendrisio. Per quanto riguarda la Bmx, invece, l’obiettivo è quello di ogni rider: poter girare il più possibile, conoscere persone, stringere legami, vedere luoghi diversi e gareggiare su strutture sempre differenti, confrontan­domi con altri atleti per aumentare il mio bagaglio di esperienze».

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TI-PRESS/CRINARI Visto dall’alto

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