Se il Cc si oppone? La Sel o ratifica o sanziona
Galeotta fu la segnalazione. Se Partito socialista e Verdi non avessero inoltrato la scorsa estate un’opposizione alla Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni, la sperimentazione del Piano viario del polo luganese (Pvp) sarebbe già a metà (cfr. articolo principale). La Sinistra ha invece impugnato la decisione, ricevendo una risposta da parte della Sel che è stata interpretata a proprio favore da entrambe le parti. L’autorità cantonale, infatti, da un lato ha confermato che l’ultima parola per quei costi che superano i 100’000 franchi – come è il caso – spetta al legislativo, d’altro canto ha ricordato che non solo il Consiglio comunale deve esprimersi, ma può ancora farlo. E appurato ieri che il Municipio ha scelto di sottoporre al Cc il superamento di spesa a posteriori, resta da capire come potrebbe muoversi il Cantone qualora il legislativo non lo approvasse.
Quattro potenziali misure punitive
A stabilirlo, è l’articolo 206 della Legge organica comunale (Loc). Delle spiegazioni – generali e non sul caso concreto – ci sono state fornite dalla Sel. «Tecnicamente la bocciatura da parte del Cc significherebbe che non c’è la base legale necessaria per il sorpasso di costo. In tal caso, si passerebbe all’autorità superiore: il Consiglio di Stato (Cds)». La Sel verificherebbe quindi quali sono i motivi alla base del sorpasso di costo e anche della decisione del Cc di non approvarlo. «Qualora lo ritenesse, il Cds potrebbe ratificarlo d’ufficio». Una ratifica che, a seconda dei casi, può essere accompagnata con indicazioni puntuali rivolte al Municipio. «Nei casi più gravi invece, con situazioni reiterate e svariati moniti, potrebbe scattare anche una procedura sanzionatoria». È l’articolo 197 della Loc a stabilire le potenziali sanzioni – previa regolare inchiesta amministrativa con diritto di essere sentiti – ai membri degli organi politici che non seguono le disposizioni legali. Le misure sono fondamentalmente quattro: si va dal meno grave ammonimento alla più seria destituzione, passando da una multa (che può essere fino a 20’000 franchi) alla sospensione della carica (al massimo sei mesi).