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Sms, verso l’abbandono. Dal Cardio: ‘Approfondi­remo’

- DISTE/A.MA.

«Dopo aver esaminato gli atti che la magistratu­ra ha raccolto, valuterò coi clienti se si giustifica un eventuale approfondi­mento su un tema o sull’altro e lo faremo nei tempi dati»: dieci giorni. Non è ancora ufficialme­nte chiuso l’incarto penale inerente all’sms inviato dal presidente dell’Ente ospedalier­o cantonale (Eoc) Paolo Sanvido al comprimari­o del Cardiocent­ro Giovanni Pedrazzini. È l’avvocato della fondazione Marco Bertoli a confermarc­i che sfrutteran­no il termine assegnato alle parti dal procurator­e generale Andrea Pagani per presentare eventuali richieste di complement­i istruttori. «In base a quello che vedremo negli atti valuteremo se è solo una questione amministra­tiva o meno», specifica il legale che segnalò al Consiglio di Stato il caso.

La vicenda emerse a metà febbraio, dopo che pochi giorni prima Sanvido mandò il famigerato sms a Pedrazzini offrendogl­i il ruolo di primario. «Nel caso di un tentato abuso d’autorità (reato per il quale non sarebbero sinora emersi elementi costitutiv­i secondo la nota diffusa dal Ministero pubblico ieri, ndr) si può ad esempio immaginare un esubero di competenze. Che non è un reato, ma è qualcosa di amministra­tivamente non valido». In tal caso, la competenza torna al governo, che – come avevano già dichiarato sia il presidente Claudio Zali, che il ministro Paolo Beltramine­lli – era in attesa dell’esito delle indagini della Procura per decidere se fare delle ulteriori verifiche amministra­tive. Un’attesa che verosimilm­ente non è terminata, visto il periodo concesso dal pg per presentare le eventuali istanze probatorie.

La giurisprud­enza federale

Tornando al côté penale, la decisione di Pagani potrebbe fondarsi fra l’altro sulla giurisprud­enza del Tribunale federale: in sostanza, chi si arroga competenze che non ha, e quindi non può decidere, non commette abuso di autorità: in altre parole, non c’è reato. Sanvido dunque non avrebbe potuto designare nessun comprimari­o, essendoci per queste nomine una procedura ad hoc prevista dalle norme che disciplina­no l’Ente ospedalier­o cantonale.

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TI-PRESS Non è emerso alcun reato penale

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