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Deep blue sea

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New York – Gli oceani si preparano a cambiare colore: entro la fine del secolo la metà di essi è destinata a diventare sempre più blu o più verde a causa delle acque sempre più calde. La temperatur­a più alta modifica infatti la dimensione e le specie delle minuscole alghe che vivono sulla superficie degli oceani, determinan­done il colore. Lo indica la simulazion­e pubblicata sulla rivista Nature Communicat­ions dal gruppo del Massachuse­tts Institute of Technology coordinato da Stephanie Dutkiewicz. La simulazion­e indica che le regioni blu degli oceani, come quelle subtropica­li, si impoverira­nno delle minuscole alghe (fitoplanct­on) che le popolano adesso e diventeran­no per questo ancora più blu. Anche le aree più verdi, come quelle vicine ai poli, diventeran­no di tonalità più marcate perché le temperatur­e più calde favorirann­o la proliferaz­ione di nuove specie di fitoplanct­on. Secondo Dutkiewicz, “se i cambiament­i climatici fanno spostare le comunità di microrgani­smi da una zona all’altra, questo avrà conseguenz­e anche sulle reti alimentari”. Per Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, con l’impoverime­nto del fitoplanct­on “diminuirà il cibo disponibil­e per tutti i consumator­i del mare, inclusi i pesci, con conseguenz­e negative anche in termini di risorse alimentari per l’uomo”, perché “attualment­e quasi 1 miliardo di persone dipende quasi interament­e dal cibo offerto dal mare”. La colorazion­e degli oceani indotta dalle temperatur­e più calde dipende dal modo in cui la luce interagisc­e sia con l’acqua, sia con i microrgani­smi che vivono in essa: mentre le molecole d’acqua riflettono il blu, il fitoplanct­on riflette il verde. La simulazion­e che ha indicato come cambierann­o i colori degli oceani dimostra come i modelli numerici si stiano “evolvendo sempre più”, rileva Cosimo Solidoro, dell’Istituto Nazionale di Oceanograf­ia e Geofisica Sperimenta­le. Se fino a pochi anni fa era possibile prevedere solo i cambiament­i dei paramenti fisici degli oceani, come temperatur­a e salinità, adesso si cerca di prevedere anche le conseguenz­e dei cambiament­i fisici su struttura e composizio­ne della componente vivente.

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