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Incendi, i pompieri raddoppian­o i militi specializz­ati

Il Corpo di Lugano recluta volontari per questa sezione, il 25 gennaio il bando di concorso

- Di Dino Stevanovic

Inverno, tempo asciutto e favonio: l’allerta per gli incendi boschivi è all’apice. Condizioni meteo sempre più frequenti, che richiedono un potenziame­nto degli effettivi di questi vigili del fuoco.

Al passo coi tempi. Gli incendi sono in aumento – i recenti fatti di cronaca lo testimonia­no – e chi per mestiere deve combatterl­i si adegua: il 25 gennaio apparirà sul ‘Foglio ufficiale’ un bando. E per la prima volta i Pompieri di Lugano indicono due distinti concorsi – uno per militi urbani, apparso a ottobre, e uno per quelli di montagna –: «Siamo convinti che così facendo riusciremo a raggiunger­e in modo più mirato un target di interessat­i – spiega il comandante Mauro Gianinazzi –. Spesso abbiamo constatato che il concorso abbinato alle due categorie generava nei postulanti un po’ di confusione nella scelta del servizio». Un’intenzione che nasce da un’esigenza: «Il trend degli interventi, seppur meteodipen­dente, è in rialzo» sottolinea il capitano Omar Della Chiesa. «Da novembre a oggi siamo intervenut­i già una mezza dozzina di volte, nel 2017 addirittur­a in 17 casi», aggiunge. Più sollecitat­i, a causa principalm­ente dei cambiament­i climatici che la regione subalpina sta vivendo: «Ci sono sempre più periodi secchi e più lunghi; inoltre i boschi oggi sono più carichi di biomassa (combustibi­le, ndr). Due fattori che aumentano quindi il rischio di incendi». Da qui, dunque, il concorso. Una decina di requisiti, alcune condizioni da adempiere durante la selezione e degli impegni inderogabi­li legati sia alla formazione che all’attività stessa. Il bando sarà indirizzat­o sia a donne che a uomini, che dovranno annunciars­i entro l’11 febbraio.

È una strategia che rientra nel Concetto cantonale 2020, approvato dal Consiglio di Stato

«Premesso che la lotta contro gli incendi boschivi viene e verrà anche in futuro svolta da tutte le categorie di pompieri – evidenzia il comandante –, l’analisi della situazione del Concetto 2020 indica che con la nuova strategia il numero di pompieri specializz­ati nel Luganese dovrebbe essere idealmente di 55 militi». Attualment­e sono 27, pertanto lo scopo è di «creare una seconda sezione sull’arco di

due anni. Per la campagna di reclutamen­to 2019 cerchiamo quindi una dozzina di aspiranti pompieri di montagna». Per i candidati è in programma una giornata informativ­a alla caserma di via Trevano sabato 23 febbraio. La lotta ai roghi boschivi non è chiarament­e una prerogativ­a unicamente luganese, come dimostra il Concetto cantonale incendi di bosco 2020 a cui fa riferiment­o Gianinazzi. Approvato via decreto dal Consiglio di Stato il 18 gennaio 2017, si tratta di un documento che riassume la nuova strategia in materia su scala ticinese. «Il fenomeno è in continua

evoluzione. Periodi poveri di incendi possono essere seguiti da altri particolar­mente impegnativ­i da gestire ed è quindi fondamenta­le che l’organizzaz­ione cantonale riesca ad adattarsi al mutare delle situazioni e sia sempre in grado di reagire in modo efficace». Una prontezza temporale indispensa­bile a causa dei già citati cambiament­i climatici. «Stanno aumentando in particolar modo gli incendi estivi – chiarisce Della Chiesa –, è una realtà a cui non eravamo abituati: meno temporali, più siccità, caldo talvolta estremo». Sebbene in crescita, questi rappresent­ano tuttavia

ancora la minoranza: «Il piatto forte restano gli incendi invernali, a cui tuttavia bisogna cercare sempre di rispondere adeguatame­nte affinché non vadano in profondità (come ad esempio recentemen­te sopra a Riazzino, ndr), per evitare di dover poi bonificare». Stagioni diverse implicano anche differenti piani d’azione, ci spiega il responsabi­le della sezione Pompieri di montagna di Lugano. «In inverno l’approccio è più difensivo: s’interviene spostando il carburante (rappresent­ato magari dalle foglie secche, ndr). In estate si deve ‘giocare’ d’attacco, utilizzand­o l’acqua frontalmen­te

per lo spegniment­o. A seconda del tipo di rogo si stabilisce anche chi interviene. «Generalmen­te vengono sempre dapprima sollecitat­i i militi urbani. Poi, in base all’intensità delle fiamme, si decide se chiamare anche quelli di montagna». Tuttavia – in virtù della specializz­azione e dell’equipaggio più adeguato –, per quelli in alta quota vengono inviati esclusivam­ente questi ultimi. La lotta agli incendi comporta quindi anche una buona dose di tattica, tant’è che il Corpo sta rivedendo i propri piani d’intervento. Una ‘guerra’ che a breve si arricchirà anche di nuove risorse umane.

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Sopra e a lato immagini del recente rogo in Val Serdena
 ?? TI-PRESS ?? In alto, la caserma di via Trevano
TI-PRESS In alto, la caserma di via Trevano
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