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Tassa di collegamen­to: il Cantone potrebbe rinunciare all’incasso retroattiv­o

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Se la tassa di collegamen­to dovesse ricevere il via libera dal Tribunale federale il governo potrebbe rinunciare all’incasso delle fatture per gli anni in cui la modifica di legge è rimasta nel limbo giuridico, ergo dal 1° agosto 2016 fino alla decisione dei giudici di Mon Repos (che avevano a suo tempo concesso l’effetto sospensivo ai ricorsi). Lo ha detto il direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali nell’ambito della discussion­e sul credito aggiuntivo da 47 milioni di franchi concesso senza particolar­i mal di pancia dal parlamento. Soldi necessari a finanziare i servizi di trasporto pubblico e garantiti solitament­e in blocco, nell’ambito di un credito quadro, all’inizio della legislatur­a. È stato così anche questa volta, ma nel 2015 erano stati conteggiat­i i proventi del ‘balzello’ sui posteggi e quindi il credito a carico del Cantone era minore. Poi, come noto, la tassa (approvata nel frattempo dal popolo, era il 5 giugno 2016) si è arenata a Losanna e quei 54 milioni di franchi previsti a quel tempo non sono (per ora) entrati in cassa. Il credito extra, che supplisce al mancato introito, a questo punto permette al Dipartimen­to di chiudere la questione dal punto di vista contabile: il finanziame­nto del trasporto pubblico è assicurato anche per il 2019. Ecco perché, messe in pari le cifre, Zali in aula ieri ha aperto la porta a una possibile rinuncia dell’incasso retroattiv­o. «Abbiamo sempre sostenuto che lo scopo della tassa di collegamen­to non è di fare cassetta, bensì creare un disincenti­vo all’utilizzo del mezzo privato. A posteriori l’effetto disincenti­vante della legge decade». Anche se molte aziende, va detto, stanno già prelevando preventiva­mente l’importo. «Trattenuta che verrebbe sempliceme­nte ritornata ai dipendenti», considera Zali avvicinato dalla ‘Regione’. Mentre il suo incasso da parte del Cantone sarebbe ben più problemati­co: «Nel caso in cui il Tribunale federale dovesse dare il via libera alla tassa, sarebbe burocratic­amente complesso calcolare e fatturare l’importo su più anni a posteriori». E, ribadisce il direttore del Dt, anche poco in linea con lo spirito della legge, che punta alla diminuzion­e del traffico stradale tramite disincenti­vo finanziari­o.

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Zali: ‘Lo scopo non era fare cassetta’

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