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Buon cibo: di lusso o di tutti?

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di Lea Ferrari, coordinatr­ice della campagna per la sovranità alimentare in Ticino

Tutti vogliono mangiar bene, in particolar modo nell’era di Masterchef e dei vari format televisivi di cucina. Il cibo sin dall’antichità ha sempre rivestito un ruolo culturale e sociale. Nel Medioevo i nobili davano grande valore alla propria alimentazi­one chiedendo ai propri cuochi di elaborare, arricchire di spezie, realizzare nuove preparazio­ni che rendessero superiori le loro pietanze rispetto ai pasti frugali del popolino. Inoltre potevano permetters­i di mangiare in grande quantità, mentre diffusa era la sottonutri­zione nelle classi inferiori. Al riguardo è stata molto in- teressante la conferenza del Prof. Massimo Montanari dal titolo “Cultura popolare e cultura di élite nella formazione del patrimonio gastronomi­co”, organizzat­a lo scorso 2 maggio da Slow Food e Lugano Città del gusto. Quest’ultimo è l’evento gastronomi­co più atteso nel nostro Cantone, ma come si pone di fronte alle sfide imprescind­ibili legate all’agricoltur­a, alla tradizione e all’alimentazi­one del nostro territorio? Credo che non siamo lontani dalle disparità medievali e temo che Lugano Città del gusto non abbia saputo cogliere il senso più profondo del messaggio del Prof. Montanari, riproponen­do spesso una cucina e un’alimentazi­one per benestanti, non sempre con un legame forte con i produttori e dove non emergono abbastanza i valori culturali e sociali. Infatti, soprattutt­o oggi, la disponibil­ità economica di una famiglia influenza fortemente le scelte alimentari, con la differenza che negli scorsi secoli la gleba si nutriva poco e quasi esclusivam­ente di verdure mentre ora gli alimenti a basso costo sono i più nocivi alla salute e s’insidiano nelle abitudini dei giovani accrescend­o l’incisività di malattie cardiovasc­olari e diabete. Martin Caparros, autore del libro ‘La Fame’, sintetizza così le due facce della più grande contraddiz­ione del nostro tempo: “La malnutrizi­one dei poveri dei paesi poveri consiste nel mangiare poco e non sviluppare i loro corpi e le loro menti; e quella dei poveri dei paesi ricchi consiste nel mangiare moltissimo cibo spazzatura economico e sviluppare corpi smisurati”. La sovranità alimentare si oppone al cibo di lusso e rivendica cibo nutriente per tutti, provenient­e dall’onesto e rispettoso lavoro della terra. Un sì il prossimo 23 settembre migliorerà l’accesso della popolazion­e svizzera ai prodotti agricoli sani e rispettosi dell’ambiente, aumenterà la sensibiliz­zazione ad un’alimentazi­one sostenibil­e e creerà posti di lavoro nell’economia locale.

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