Quando il triangolo piace a tutti
L’olandese Rai Vloet è passato dal Breda al Chiasso,poi al Frosinone. Operazioni che la Fifa prova a contrastare.
Da Breda a Frosinone, via Chiasso. È questo il viaggio del 23enne olandese Rai Vloet. Un tragitto Olanda-Italia passando dalla Svizzera che molti suoi connazionali compiono durante i mesi estivi. Ma per Vloet la meta non è una spiaggia romagnola o toscana, bensì un campo da calcio laziale. Per i rossoblù di Alessandro Mangiarratti il ‘talentino’ olandese, cresciuto al Psv Eindhoven e nell’ultima stagione a Breda (48 partite in Eredivisie, 30 delle quali lo scorso anno con 4 reti), non ha disputato nemmeno un minuto, ma è subito stato girato in prestito alla società italiana. Una pratica non nuova e che riporta alla mente le operazioni argentine del Locarno (i passaggi fittizi di Higuain, Belluschi e molti altri), venute alla luce nell’autunno 2006. Una pratica che la Fifa, pur non approvandola, fatica ad arginare. Ne abbiamo parlato con Mattia Galli, procuratore ticinese attivo soprattutto tra calcio e ciclismo. «In primo luogo occorre dire che la Federazione internazionale presta molta attenzione a questo tipo di trasferimenti. Nel caso in cui una società dovesse denunciare un passaggio irregolare potrebbe scattare un’inchiesta che a volte può sfociare anche in sanzioni. Di mezzo ci sono sempre ragazzi giovani, per cui il livello di attenzione è stato notevolmente alzato». Alla base di questo tipo di triangolazioni vi è la necessità di abbassare i costi di trasferimento... «In particolare i costi legati alle indennità di formazione, quella somma che un club deve pagare alla società che si è occupata della crescita sportiva del calciatore. Queste indennità vengono stabilite anche in base alla qualità del campionato e alla categoria nella quale si va a giocare. Per un passaggio da A olandese ad A italiana il parametro è sicuramente il più alto, mentre scende se la squadra di approdo fa parte del campionato svizzero, a maggior ragione se di categoria inferiore. L’indennizzo di formazione era stato introdotto proprio per evitare che molti ragazzi finissero in un mercato senza controllo, sballottati un po’ di qui e un po’ di là». Però, fatta la legge, trovato l’inganno visto che il sistema continua a fiorire, senza che la Fifa riesca ad arginarlo. Un sistema al centro del quale vi sono sempre giocatori molto giovani... «Il motivo è semplice: l’indennità di formazione va pagata soltanto per i trasferimenti che avvengono prima del 23esimo compleanno. L’ammontare matura fino ai 21 anni, quando raggiunge il massimo, poi va a scalare nei successivi due anni fino a raggiungere quota zero». E sono somme nient’affatto indifferenti: il passaggio di un giovane dall’Olanda all’Italia costerebbe 10’000 dollari all’anno per il periodo dai 12 ai 15 anni, più 90’000 dollari annui per la formazione tra i 16 e i 21 anni... Rimane da chiedersi chi ci guadagna e chi ci perde. Di certo ne esce vincente la società che acquista il giocatore, in quanto dovrà sborsare una somma sensibilmente meno importante, ‘scontata’ dei costi di formazione. E ci guadagna pure chi fa da intermediario, vale a dire la società attraverso la quale passa il giocatore prima di raggiungere la sua destinazione finale. Potrebbe perderci il club formatore, costretto ad accontentarsi di un’indennità più bassa, ma non avrebbe comunque alcun potere contrattuale nel caso in cui il giocatore fosse a fine contratto. Inoltre, come era stato il caso per il River Plate nel trasferimento di Higuain e Belluschi, può darsi che la società abbia impellente bisogno di vendere (a quei tempi e in barba al loro soprannome, i “Millonarios” erano sull’orlo della bancarotta, per cui avevano assoluta necessità di cedere i pezzi più pregiati, anche dovendo rinunciare a parte delle indennità di trasferimento). E il giocatore? Di norma ci guadagna perché porta a termine un trasferimento che lo catapulta in una realtà più importante di quella che ha lasciato... «Ma a volte è proprio il calciatore a rimetterci. Non tanto nella triangolazione del trasferimento, quanto nel meccanismo delle indennità di formazione che possono frenare l’interesse di un ipotetico compratore e, di conseguenza, bloccare la carriera del ragazzo».