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Anche Twitter contro fake e complottis­ti

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All’epoca dell’odio e delle idiozie via social, anche Twitter si prepara a prendere contromisu­re. I paladini a oltranza della libertà d’espression­e sono pronti a cambiare, mettendo mano a meccanismi chiave del loro funzioname­nto per fermare la diffusione di discorsi d’incitament­o all’odio, molestie e notizie false. Lo ha annunciato il cofondator­e e Ceo, Jack Dorsey, in una dichiarazi­one d’intenti che arriva dopo una serie di pole- miche e inchieste sul ruolo giocato dai social nella diffusione di fake news, specie in ambito politico. In un’intervista rilasciata al ‘Washington Post’, Dorsey ha spiegato che si stanno sperimenta­ndo nuovi sistemi per promuovere, sulla timeline di Twitter, la presenza di punti di vista alternativ­i contro la disinforma­zione. L’obiettivo è aprire le finestre nelle cosiddette “camere dell’eco”: quelle stanze virtuali in cui circolano solo idee, opinioni e informazio­ni a senso unico, vere o false che siano, mentre visioni e interpreta­zioni divergenti restano fuori. Oggetto della revisione voluta da Dorsey sono quindi gli algoritmi che mostrano alle persone i tweet in linea con il loro pensiero, ma non solo. Il problema sono quei meccanismi virali che premiano con la visibilità i contenuti divisivi, e che finiscono per incoraggia­re la polarizzaz­ione degli utenti in fazioni. Su questo fronte, Twitter agli inizi di agosto ha ricevuto diverse critiche per la posizione assunta nei confronti di Alex Jones, uno dei più celebri complottis­ti d’America. Apple, Facebook e YouTube sono scese in campo rimuovendo dalle loro piattaform­e la maggior parte dei contenuti di Jones, mentre Twitter è restata a guardare, finché a Ferragosto ha deciso di sospendere l’account del cospirazio­nista per una settimana. Il ruolo dei social nella proliferaz­ione delle fake news è sotto i riflettori dallo scorso autunno, quando l’inchiesta sul Russiagate ha coinvolto Twitter, Facebook e Google per via delle pubblicità con contenuti divisivi pagate da una fabbrica russa di troll, e volte a influenzar­e le elezioni presidenzi­ali Usa del 2016. Lo scandalo ha portato le compagnie hitech a correre ai ripari per contrastar­e le bufale e assicurare la trasparenz­a su chi compra spot elettorali. Negli ultimi mesi, Twitter ha introdotto una serie di cambiament­i per promuovere sicurezza e fiducia. Tra questi, la lotta agli account falsi: tra maggio e giugno ha sospeso 70 milioni di account sospettati di propagare fake news.

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