Acqua alta
New Delhi – Quasi un terzo delle coste indiane è stato eroso negli ultimi 26 anni sia per cause naturali sia per l’intervento dell’uomo, secondo uno studio del National Center For Coastal Research. Dal 1990 al 2016 gli studiosi hanno monitorato 6’031 km sul totale dei 7’517 delle coste del subcontinente, constatando che il 33 per cento ha subito erosioni, in particolare sulla costa est, quella affacciata sul Golfo del Bengala. Nello stato del Bengala occidentale è stato eroso il 63 per cento della linea costiera, con la perdita di 99 km quadrati di terra. In questo quarto di secolo, un accrescimento
delle rive, conseguenza dell’apporto di sedimenti di varia natura, ha quasi controbilanciato l’erosione. I due fenomeni sono complementari, ma non si bilanciano. L’erosione causa la perdita degli insediamenti umani, perché l’acqua salata si spinge sempre più all’interno e rende i terreni non più coltivabili; colpisce inoltre i pescatori che usano imbarcazioni di dimensioni ridotte, e partono dalle baie più piccole. L’accrescimento, al contrario, spesso è negativo per l’ecosistema: nei delta dei fiumi e nelle insenature, in particolare, i sedimenti finiscono per sbarrare il flusso, danneggiando la fauna e la flora endemiche di queste aree acquatiche.