‘Pronzini rinunci all’immunità’
Le “affermazioni diffamatorie e calunniose” contenute nelle due interrogazioni inoltrate a luglio dal deputato Mps Matteo Pronzini spingono il comitato dell’Abad a intraprendere i passi legali necessari per tutelare “il proprio agire e la propria onorabilità”. In un comunicato stampa i rappresentanti dell’Associazione bellinzonese per l’assistenza e cura a domicilio auspicano che il granconsigliere rinunci spontaneamente all’immunità parlamentare di cui gode “affinché sia fatta chiarezza”. Come prevede l’articolo 51 della Legge sul Gran Consiglio, “contro un deputato non può essere promosso alcun procedimento penale per le espressioni presumibilmente diffamatorie da lui usate durante le deliberazioni del Gran Consiglio, delle sue Commissioni, nei rapporti commissionali e negli atti parlamentari”. Ciò nonostante, possono essere fatte eccezioni se lo decide il Gran Consiglio su richiesta del Ministero pubblico o se il deputato vi rinuncia volontariamente. “Ci sembra un atto dovuto anche nei confronti di tutti i ticinesi che credono ancora che il far politica in modo serio passi attraverso valori e principi fondamentali quali il rispetto, la responsabilità e il contraddittorio”, scrive il comitato. L’Abad punta il dito contro le accuse definite gratuite di mala gestione sanitaria e di mala sanità che hanno messo in discussione, sottolineano, le capacità e le competenze di circa 150 operatori sanitari che quotidianamente si occupano della presa a carico di circa 800 utenti. Il comitato riferisce di preoccupazione e smarrimento provocati da Pronzini nelle famiglie che fanno capo all’Abad e spiega inoltre di non essere mai stato contattato dal deputato per la raccolta di informazioni precise sulle loro attività. Per quanto riguarda i punti sollevati dagli atti parlamentari, l’Abad lascerà che sia il governo a fornire le risposte.