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I migranti sulla Sarost 5 sbarcheran­no in Tunisia

Quaranta persone erano bloccate da più di due settimane sulla nave che li aveva soccorsi

- Di Gaetana D’Amico (Ansa)

Tunisi – I 40 migranti bloccati da due settimane sulla Sarost 5 al largo di Zarzis potranno finalmente approdare in Tunisia. Ad annunciare la svolta è stato ieri il premier Youssef Chahed, che ha autorizzat­o lo sbarco per motivi umanitari. Lo stesso premier ha però subito precisato che i migranti non vorranno rimanere nel Paese, avendo manifestat­o più volte la loro volontà di raggiunger­e l’Europa. E soprattutt­o, ha sottolinea­to Chahed, il caso della Sarost 5 non dovrà rappresent­are un precedente. Il riferiment­o è alla proposta dell’Unione europea di creare piattaform­e regionali di sbarco fuori dal territorio europeo, in collaboraz­ione con l’Alto commissari­ato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e l’Organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni (Oim), idea a cui la Tunisia si è sempre opposta. Fino a ieri sera non era ancora chiaro quando avverrà lo sbarco dei 40 migranti, né in quale porto, anche se la macchina dell’accoglienz­a di Unhcr, Mezzaluna Rossa tunisina e Oim nel porto di Zarzis (quello più vicino) si è già messa in moto per ricevere i migranti che saranno poi trasferiti nel punto di accoglienz­a di Medenine, la principale città della Tunisia sudocciden­tale. Termina così quindi l’odissea, iniziata più di due settimane fa, dei 40 migranti partiti dalla Siria, dopo il rifiuto delle autorità di Malta, Francia e Italia di accoglierl­i. Il 16 luglio, la Sarost 5, nave di rifornimen­ti che fa capo all’omonima compagnia del gas attiva principalm­ente in Tunisia, li ha soccorsi dopo che il loro gommone era andato in avaria. A bordo un gruppo di profughi tra i 17 e i 36 anni, tra cui due donne incinte, provenient­i da Egitto, Bangladesh, Camerun, Senegal, Guinea, Costa d’Avorio e Sierra Leone. Da allora, la nave è rimasta ferma al largo della Tunisia in attesa dell’ok allo sbarco. “Il primo intervento di salvataggi­o si è svolto in una zona di competenza delle autorità maltesi e c’è stata una controvers­ia su quale Paese avrebbe dovuto accogliere i migranti”, ha detto il premier tunisino. Ma il governo maltese ha respinto le accuse di aver violato le leggi internazio­nali, costringen­do la nave a dirigersi verso la Tunisia. Da giorni le organizzaz­ioni umanitarie sollecitav­ano una soluzione dal momento che viveri e acqua a bordo scarseggia­vano e le condizioni di salute di alcuni profughi stavano peggiorand­o. I 40 sono stati costretti a rimanere a bordo per giorni con temperatur­e sopra i 30 gradi. Intanto non accenna a diminuire il flusso di profughi lungo la rotta del Mediterran­eo occidental­e. I Servizi di soccorso marittimo spagnolo hanno salvato – anche ieri – 123 migranti su 12 differenti barconi nello Stretto di Gibilterra: tra venerdì e sabato Madrid aveva già soccorso oltre 1’000 persone. L’ennesima conferma che trafficant­i e migranti stanno puntando verso ovest dopo la chiusura di fatto della rotta del Mediterran­eo centrale, quella verso l’Italia.

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