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Dazi, fragile tregua fra Trump e Juncker

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Washington – Prove di pace tra Donald Trump e l’Europa. Jean-Claude Juncker è arrivato alla Casa Bianca nella speranza di disinnesca­re le tensioni commercial­i con gli Usa che rischiano di incrinare in maniera irreversib­ile le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. E il presidente della Commission­e Ue è riuscito a strappare un accordo. “Oggi è un grande giorno, abbiamo lanciato una nuova fase nei rapporti tra Usa ed Europa”, ha detto Trump dopo l’incontro. “L’obiettivo è quello di zero tariffe, zero barriere commercial­i non tariffarie e zero sussidi sui beni industrial­i che non siano auto”, ha spiegato. Visibilmen­te soddisfatt­o anche Juncker, che è riuscito lì dove non erano riusciti Angela Merkel ed Emmanuel Macron: “Ero venuto qui per trovare un’intesa e l’abbiamo trovata”, ha affermato. Archiviata dunque, almeno per ora, la fase in cui The Donald chiamava “killer” il suo interlocut­ore.

Del resto Bruxelles non resta con le mani in mano. E se alle tariffe su acciaio e alluminio imposte da Trump ha risposto colpendo marchi simbolo del ‘Made in Usa’ come quelli dei jeans Levi’s e delle moto Harley-Davidson, la Ue è già pronta alla rappresagl­ia qualora davvero l’amministra­zione statuniten­se dovesse punire le case automobili­stiche del Vecchio Continente: dazi per un altro pacchetto di merci importate dagli Stati Uniti per un valore di 20 miliardi di dollari. Ma le maggiori preoccupaz­ioni in queste ore sono quelle di Berlino, in ansia per il piano di Trump di imporre dazi per 200 miliardi di dollari sulle auto straniere. Le case tedesche sarebbero le prime ad essere colpite pesantemen­te. “Mi auguro non si arrivi a questo punto”, ha auspicato la commissari­a Ue al commercio Cecilia Malmstroem.

Se sarà davvero tregua e persino pace lo si vedrà nelle prossime settimane, anche perché nel confronto tra la dottrina protezioni­sta dell’America First e i valori del globalismo e del multilater­alismo incarnati dall’Unione europea si inseriscon­o dinamiche tutte politiche. Con Trump che in vista delle elezioni per il Congresso del prossimo novembre potrebbe convincers­i che la linea dura e nazionalis­ta paghi di più i Repubblica­ni. Anche perché nel frattempo la Casa Bianca segue con grande interesse gli sviluppi politici in tutta Europa, con l’avanzare dei movimenti e partiti populisti un po’ ovunque. Ma per il momento Washington e Bruxelles hanno deciso di dialogare.

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KEYSTONE Parliamone

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