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Il ‘Fiore di pietra’ fa il… botto

Boom di visitatori sul Monte Generoso nel primo anno di apertura della struttura firmata Botta

- Di Daniela Carugati

Sull’onda del grande successo il Gruppo Migros pianifica altri investimen­ti. Prima la linea a cremaglier­a poi il vecchio albergo ‘Des Alpes’.

Carlo Pasta osserva dalla volta dell’ingresso gli escursioni­sti 2.0 che si sono inerpicati fin sulla Vetta del Generoso. A calamitarl­i sino ai 1’704 metri del Monte la vista mozzafiato, ma soprattutt­o il ‘Fiore di pietra’. È bastato un anno, infatti, alla nuova struttura turistica firmata Mario Botta per fare il... botto, ma di presenze: nel 2017 i visitatori giunti dal Ticino, dal resto della Svizzera e del mondo sono stati 115mila. In 127 anni il trenino che si arrampica sulle pendici della montagna grazie alla ferrovia a cremaglier­a certi numeri non li aveva mai visti.

«E ne siamo fieri», dichiara senza remore il direttore della Ferrovia Monte Generoso Francesco Isgrò pronto a celebrare il traguardo proprio dalla cima. Insomma, ormai c’è un prima e c’è un dopo il ‘Fiore di pietra’. Del resto, questa costruzion­e ha rappresent­ato un «importante segnale di rilancio», ammette. Oggi il Generoso sa di poter rivendicar­e un posto nella nicchia del cosiddetto turismo ‘slow’, lento, grazie a un mix di panorama, architettu­ra e natura. La Ferrovia – e con essa il Gruppo Migros, che sulle potenziali­tà del Monte ci investe dal suo fondatore, Gottlieb Duttweiler – sta, non a caso, allargando gli orizzonti. Il nome del Generoso è già sbarcato negli Stati Uniti, nel Sudest asiatico e nei Paesi arabi, cercando un contatto diretto con quei mercati lontani. Come dire che si è messo in campo un preciso piano strategico, che punta però anche alle scuole (quindi ai giovani) e parla il linguaggio dei social. Certo il Monte Generoso dovrà dimostrars­i all’altezza della sua fama (e del suo nuovo attrattore) anche sul lungo periodo e saper gestire i flussi turistici. Che il gruppo ci creda, eccome, d’altra parte lo testimonia l’arrivo a sud del Ceo della Federazion­e cooperativ­e Migros Fabrice Zumbrunnen. È chiaro che la struttura che fa da cerniera fra settentrio­ne e meridione è, sì, un punto d’arrivo, ma soprattutt­o un’occasione per ripartire, in un crescendo. La Ferrovia ha tolto dal cassetto più di un progetto e immagina altresì un albergo a tutti gli effetti, recuperand­o ciò che esiste in zona Bellavista: Isgrò non lo nasconde. Quasi ulti- mati i lavori di premunizio­ne (dal rischio di caduta sassi) all’altezza della stazione di San Nicolao – dopo 3 anni si concludera­nno a inizio 2019 –, si medita già sul rifaciment­o della linea. «La ferrovia è il cordone ombelicale con la Vetta – spiega il direttore –, quindi abbiamo iniziato a pensare a opere di rinnovo. Ci stiamo lavorando e questo, il 2018, sarà l’anno della progettazi­one».

Sono già stati fatti due conti sull’ammontare degli investimen­ti? «Li abbiamo valutati a grandi linee – ci risponde Isgrò –. Dalle prime cifre si avvicinera­nno ai 20 milioni di franchi. Si tratta di 9 chilometri di linea ferroviari­a. L’intervento, in ogni caso, verrà sviluppato in quattro tappe: il primo anno ci si dedicherà alla progettazi­one, sull’arco degli altri tre – 3 chilometri all’anno – al rifaciment­o, appunto, della linea. Quello che fa lievitare i costi è la combinazio­ne dell’esercizio ferroviari­o con le esigenze della struttura: le opere, in sostanza, non interferir­anno con la stagione turistica». Ma c’è di più, state anche soppesando la possibilit­à di ristruttur­are l’antico albergo ‘Des Alpes’ a Bellavista. Quindi l’iniziativa è concreta. «Diciamo che stiamo lavorando sul progetto – ci conferma Isgrò –. Il desiderio di poter mettere in attività questo vecchio albergo, che è molto bello, c’è. La struttura esterna in sasso, naturalmen­te, non sarà intaccata – precisa –. E poi la posizione, con la vista sul Golfo di Lugano, è meraviglio­sa. Dunque, come detto, stiamo lavorando per poter verificare quanto sono grandi gli spazi al suo interno, quante camere potremmo ricavare e, di conseguenz­a, se c’è la possibilit­à di autofinanz­iarsi con la realizzazi­one di questo progetto e a quanto ammonta l’investimen­to. Tutti fattori che stiamo prendendo in consideraz­ione per decidere quale sarà il futuro del ‘Des Alpes’». Coinvolger­ete ancora Botta nell’operazione? «Stiamo lavorando con l’architetto». L’albergo dovrà inserirsi nel Puc, il Piano di utilizzazi­one cantonale, del Monte Generoso. «Stiamo lavorando anche su questo piano a stretto contatto con il Dipartimen­to del territorio. Sarà fondamenta­le infatti avere tutte le infrastrut­ture necessarie per operare».

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TI-PRESS/D. AGOSTA/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Colpo d’occhio

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