Il ‘Fiore di pietra’ fa il… botto
Boom di visitatori sul Monte Generoso nel primo anno di apertura della struttura firmata Botta
Sull’onda del grande successo il Gruppo Migros pianifica altri investimenti. Prima la linea a cremagliera poi il vecchio albergo ‘Des Alpes’.
Carlo Pasta osserva dalla volta dell’ingresso gli escursionisti 2.0 che si sono inerpicati fin sulla Vetta del Generoso. A calamitarli sino ai 1’704 metri del Monte la vista mozzafiato, ma soprattutto il ‘Fiore di pietra’. È bastato un anno, infatti, alla nuova struttura turistica firmata Mario Botta per fare il... botto, ma di presenze: nel 2017 i visitatori giunti dal Ticino, dal resto della Svizzera e del mondo sono stati 115mila. In 127 anni il trenino che si arrampica sulle pendici della montagna grazie alla ferrovia a cremagliera certi numeri non li aveva mai visti.
«E ne siamo fieri», dichiara senza remore il direttore della Ferrovia Monte Generoso Francesco Isgrò pronto a celebrare il traguardo proprio dalla cima. Insomma, ormai c’è un prima e c’è un dopo il ‘Fiore di pietra’. Del resto, questa costruzione ha rappresentato un «importante segnale di rilancio», ammette. Oggi il Generoso sa di poter rivendicare un posto nella nicchia del cosiddetto turismo ‘slow’, lento, grazie a un mix di panorama, architettura e natura. La Ferrovia – e con essa il Gruppo Migros, che sulle potenzialità del Monte ci investe dal suo fondatore, Gottlieb Duttweiler – sta, non a caso, allargando gli orizzonti. Il nome del Generoso è già sbarcato negli Stati Uniti, nel Sudest asiatico e nei Paesi arabi, cercando un contatto diretto con quei mercati lontani. Come dire che si è messo in campo un preciso piano strategico, che punta però anche alle scuole (quindi ai giovani) e parla il linguaggio dei social. Certo il Monte Generoso dovrà dimostrarsi all’altezza della sua fama (e del suo nuovo attrattore) anche sul lungo periodo e saper gestire i flussi turistici. Che il gruppo ci creda, eccome, d’altra parte lo testimonia l’arrivo a sud del Ceo della Federazione cooperative Migros Fabrice Zumbrunnen. È chiaro che la struttura che fa da cerniera fra settentrione e meridione è, sì, un punto d’arrivo, ma soprattutto un’occasione per ripartire, in un crescendo. La Ferrovia ha tolto dal cassetto più di un progetto e immagina altresì un albergo a tutti gli effetti, recuperando ciò che esiste in zona Bellavista: Isgrò non lo nasconde. Quasi ulti- mati i lavori di premunizione (dal rischio di caduta sassi) all’altezza della stazione di San Nicolao – dopo 3 anni si concluderanno a inizio 2019 –, si medita già sul rifacimento della linea. «La ferrovia è il cordone ombelicale con la Vetta – spiega il direttore –, quindi abbiamo iniziato a pensare a opere di rinnovo. Ci stiamo lavorando e questo, il 2018, sarà l’anno della progettazione».
Sono già stati fatti due conti sull’ammontare degli investimenti? «Li abbiamo valutati a grandi linee – ci risponde Isgrò –. Dalle prime cifre si avvicineranno ai 20 milioni di franchi. Si tratta di 9 chilometri di linea ferroviaria. L’intervento, in ogni caso, verrà sviluppato in quattro tappe: il primo anno ci si dedicherà alla progettazione, sull’arco degli altri tre – 3 chilometri all’anno – al rifacimento, appunto, della linea. Quello che fa lievitare i costi è la combinazione dell’esercizio ferroviario con le esigenze della struttura: le opere, in sostanza, non interferiranno con la stagione turistica». Ma c’è di più, state anche soppesando la possibilità di ristrutturare l’antico albergo ‘Des Alpes’ a Bellavista. Quindi l’iniziativa è concreta. «Diciamo che stiamo lavorando sul progetto – ci conferma Isgrò –. Il desiderio di poter mettere in attività questo vecchio albergo, che è molto bello, c’è. La struttura esterna in sasso, naturalmente, non sarà intaccata – precisa –. E poi la posizione, con la vista sul Golfo di Lugano, è meravigliosa. Dunque, come detto, stiamo lavorando per poter verificare quanto sono grandi gli spazi al suo interno, quante camere potremmo ricavare e, di conseguenza, se c’è la possibilità di autofinanziarsi con la realizzazione di questo progetto e a quanto ammonta l’investimento. Tutti fattori che stiamo prendendo in considerazione per decidere quale sarà il futuro del ‘Des Alpes’». Coinvolgerete ancora Botta nell’operazione? «Stiamo lavorando con l’architetto». L’albergo dovrà inserirsi nel Puc, il Piano di utilizzazione cantonale, del Monte Generoso. «Stiamo lavorando anche su questo piano a stretto contatto con il Dipartimento del territorio. Sarà fondamentale infatti avere tutte le infrastrutture necessarie per operare».