Vertenza Amb, le nostre cifre sono sensate
Letta l’intervista al vicesindaco di Bellinzona Andrea Bersani, apparsa sabato 14 aprile sulla ‘Regione’ e dedicata alla vertenza Amb fra Città e quattro Comuni non aggregati, ritengo importante precisare i termini della proposta formulata dai Municipi di Arbedo-Castione, Lumino, Cadenazzo e Sant’Antonino. Primo, conferma di una partecipazione annua di 1,15 milioni agli utili dell’Azienda multiservizi di Bellinzona (corrispondente alla situazione antecedente l’aggregazione), ma con modalità differente rispetto al versamento in contanti sin qui avvenuto: ovvero 950’000 franchi in contanti e 200’000 sotto forma di controprestazioni per la possibilità d’uso di strutture cittadine riconosciute di “valenza regionale” quali bagno pubblico, pista di pattinaggio, Villa dei Cedri ecc., alla stessa stregua dei cittadini di Bellinzona. Secondo, la formalizzazione (vincolo) di una nostra rappresentanza, seppure minoritaria, nei vari organismi di riferimento interessati, Amb in primis.
I quattro Comuni si sono assunti un congruo sforzo finanziario per trovare una soluzione. Si deve infatti anche considerare il tema, non ancora chiuso, delle riserve contabili delle vecchie Amb costituite a scapito dell’utile sul quale avevamo diritto a una partecipazione; riserve assorbite nella nuova Amb. Quanto da noi proposto è stato giudicato insufficiente da Bellinzona: una posizione senz’altro legittima, a tutela dei propri interessi, come può analogamente essere definita la nostra posizione. In merito al valore della partecipazione agli utili Amb, ricordo come questa fosse stata definita dopo una lunga trattativa, giudicata estenuante da Bellinzona, e in aggiunta ad altri riconoscimenti economici, finalizzata alla sottoscrizione della famosa convenzione adottata dal 1° gennaio 2008 a piena soddisfazione di tutte le parti allora coinvolte. Infatti, voglio ricordare che fra i Comuni esterni alla Città vi erano anche quelli ora aggregati; chi già allora era addentro alla politica locale, dovrebbe pertanto ben riconoscere l’attendibilità di quel valore. Ora dimenticato? La correttezza di tale dato ha peraltro trovato conferma nel Piano finanziario allestito dal nostro consulente specialistico in campo elettrico, elaborato sulla base di tariffe parificate a quelle adottate dalle Amb, quindi senza la realizzazione di paventati pregiudizi alla nostra cittadinanza/utenza. Il valore di un utile Amb di analoga valenza a quello conseguito negli anni passati, trova inoltre conferma nei dati del messaggio municipale di costituzione della nuova Amb. Quanto ai 23 milioni quale valore di riscatto delle reti, la cifra è stata quantificata da Bellinzona; ovviamente questo valore dovrà trovare conferma in approfondimenti contabili sulla base dei vigenti disposti legislativi e sui dati effettivi che, in parte e in base a quanto comunicatoci dall’Amb, non sono disponibili. I quattro Comuni hanno inoltre comunicato la loro condivisione della proposta di regolari incontri su temi di reciproco interesse regionale, con l’obiettivo di trovare sinergiche proposte di collaborazione e/o coinvolgimento e non hanno escluso puntuali reciproche partecipazioni finanziarie in merito. Questo a prescindere dall’esito della vertenza Amb. A ogni modo, riteniamo intrinseca nella funzione di città-polo la situazione di vantaggi (domicilio di banche, assicurazioni, contribuenti facoltosi ecc.) con gli svantaggi conseguenti al finanziamento di servizi e strutture maggiori/uniche, attese per tale status. Tema d’altronde mutuabile a tutti i livelli gerarchici, si pensi a Lugano per quello cantonale, rispettivamente i maggiori centri urbani d’oltre Gottardo per quello nazionale. Non si deve inoltre dimenticare che anche nei Comuni periferici sono presenti strutture di cui beneficiano non solo gli abitanti del posto, ma pure quelli del polo. In conclusione, credo che sia giunto il tempo di riconoscere – non solo a parole, ma con fatti concreti – che una parte dei Comuni del Bellinzonese ha deciso di non aderire all’aggregazione. In tal senso auspico che si eviti di puntualizzare tale decisione a ogni piè sospinto, quasi fosse uno stigma o un atto blasfemo che ha poi comportato una punizione divina.