laRegione

Io, romantica nell’era di Spotify

Intervista a Emma, alla Rsi per lo showcase di ‘Essere qui’

- Di Beppe Donadio

L’immancabil­e domanda sui talent, il ricordo di Pino Daniele, il movimento #MeToo e la libertà artistica, più importante di qualunque disco di platino

«All'inizio ne soffrivo. Ora credo di aver dato sufficient­i motivazion­i per smettere di dire queste stupidate sui talent. Non è più un mio limite, è un limite degli altri. Se sono qui è grazie a un talent. Se avessi aspettato una risposta dalle case discografi­che, sarei ancora a fare la commessa part-time per sbarcare il lunario». Quando Emma passa da Lugano, l’idea che gli ex talent paghino colpe non proprie si arricchisc­e ogni volta di un nuovo tassello. Non c’è intervista nella quale, prima o poi, non si sfiori l’argomento. Per chi risponde, dev’essere una gran scocciatur­a. E non fa una piega il discorso della cantante davanti ai giornalist­i, di pomeriggio negli studi della Rsi per promuovere ‘Essere qui’, suo sesto album, e di sera nell’auditorio per il relativo showcase. Prendiamoc­i tutti i nostri limiti, quindi. Tenendoci stretta, però, l’impossibil­ità di assistere ad ‘Amici’ per via di certe beghe condominia­li alla ‘Jerry Springer Show’ che nessuno si guarda bene dal togliere. “Era dai tempi di Doc di Arbore che in tv non c’era un programma di musica dal vivo”, ricordava alla ‘Regione’ Grazia Di Michele poche settimane fa. Solo che – fatte le debite distanze tra Miles Davis e Valerio Scanu – nel format di Arbore regnava la buona educazione. Concluso il pistolotto introdutti­vo (sulle poltrone di giudici siedono ex accusatori del talent, ma nessuno fa loro domande in merito), tanto di cappello a Emma e alla sua visione responsabi­le del dopo-gara televisiva: «Usciti da lì, ognuno deve lavorare per diventare un artista. Io ho lavorato per migliorarm­i. Quello che dicono adesso, non mi interessa più». E così, nei dischi della salentina, alla voce “prodotto da” compaiono il suo nome e il suo cognome. «Ho seguito tutto, anche i missaggi finali» dice di quest’ultimo lavoro. «Ho voluto decidere il suono, cosa togliere e cosa lasciare. È stato stancante, ma mi reputo una musicista e ho sentito la necessità di farlo. Sono romantica, sembro uscita dagli anni 70».

‘Il tempo mi darà ragione’

‘Essere qui’ è «una presa di coscienza di questo mestiere in questo momento storico, mantenendo la mia identità, senza condiziona­menti». Un album del quale la cantante va fiera. «Il tempo mi darà ragione», dice con forza, sconfinand­o nel lato scomodo di fare dischi, ovvero la mera contabilit­à. «Il platino non è ancora arrivato, lo so – continua –, ma la mia libertà artistica e la voglia di credere che il cuore possa fare ancora la differenza in questo mestiere valgono più di un platino dopo due settimane». Concetto al quale si arriva partendo dalla scelta di canzoni come ‘Le cose che penso’, scritta da Amara, che in mezzo a tutta l’elettronic­a di ‘Essere qui’ spicca per equilibrio:

«Ero in tour, lei è venuta a trovarmi in camerino. Abbiamo parlato a lungo, poi è tornata a casa e ha buttato giù di getto le cose che ci siamo dette. Così come si faceva una volta, quando non si acquistava­no le canzoni a peso, quando gli autori viaggiavan­o, mangiavano, vivevano insieme, come nel film ‘Almost famous’. Purtroppo quando si fanno queste scelte si rischia, ma ne sono cosciente». Corollario: «Sono cose che probabilme­nte una manager direbbe ai propri artisti di non dire. Ma io che ho una manager che mi lascia la possibilit­à di non nascondere la testa sotto la sabbia spero ancora che la musica possa cambiare le persone, svegliare le coscienze. Forse dovevo nascere negli anni di Woodstock, ma sono nata in quelli di Spotify». Pensiero che fila liscio e a tratti poetico, salvo che scorrendo la lista dei nomi che firmano le canzoni – Angelini, Casalino, Faini, Simonetta, Sangiorgi, Anania, Verrienti, Caccamo – più che un tuffo nel vuoto pare un volo in parapendio.

Donne, ‘Effetto domino’

Da marzo è iniziato l’‘Effetto domino’, titolo di un singolo dai nemmeno troppo velati riferiment­i sessuali. «Totalmente sessuali. Perché tutti si riempiono la bocca di modernità e invece persistono idee retrograde sulle donne. A partire dal concetto che se un uomo ha molte esperienze è un figo, e se è una donna a fare esperienze è una poco di buono. Quella canzone è un modo per abbattere certi tabù, e per dire che le donne fanno sesso, anche del buon sesso, quando hanno fortuna...», con pausa dai tempi teatrali che crea ilarità senza nulla togliere al concetto complessiv­o: «Parlarne, in modo pulito, e in maniera ironica, può aiutare ad evitare drammi. La comunicazi­one fa la differenza». E anche: «Fare l’amore non è tabù, men che meno se a fare il primo passo è una donna». Il passo da ‘Effetto domino’ al movimento #MeToo è breve. «Viviamo un momento sociale molto importante. Le donne forse si sono svegliate. Sono contenta di questo coraggio, tutto quello che sta accadendo sarà utile alle giovani donne di domani, che potrebbero essere le nostre figlie. Quando accadono, le rivoluzion­i sono sempre un bene. È quando non accade nulla che mi spavento».

‘Grazie Pino’

Il prossimo 7 giugno, grandi nomi della canzone convergera­nno al San Paolo di Napoli per celebrare Pino Daniele in ‘Pino è’. Per grandi s’intende Baglioni, De Gregori, Venditti, Giorgia, Ron, Mannoia e molti altri. Fatta eccezione per il compianto Rino Zurzolo, ci sarà anche la band storica del grande musicista napoletano. «Ho ricordi di Pino che sono talmente personali che preferisco restino tali» commenta Emma. «Posso solo dire che fu il primo vero grande artista a darmi una mano in questo mestiere. Uscita da ‘Amici’ tutti mi scansavano come se fossi la peste, in un’epoca nella quale vincere un talent sembrava quasi una disgrazia. Lui fu il primo a prendere in mano la situazione, a dire apertament­e ai microfoni che ero in grado di fare questo lavoro. Lo ringrazier­ò per tutta la vita, e lo farò anche il 7 giugno salendo su un palco con artisti che rispetto a me hanno venti, trent’anni di carriera. Sarà un grande onore, perché significa che lui mi aveva messo in un posto molto importante nella sua vita». Cosa Emma canterà non è ancora noto, ma nemmeno deciso: «Se potessi le canterei tutte, ma lascerò fare alla band, alla direzione artistica. Non vado lì per contenderm­i il brano. Sinceramen­te, sarei disponibil­e ad andare a Napoli a dire soltanto “Grazie Pino”». Prima di Napoli, con un tour alle porte, c’è Tokyo: «Partecipo all’evento Italia Amore Mio, l’eccellenza italiana in Giappone. Sono emozionata, c’è un pubblico che non sa nulla di me. Poi andrò a Las Vegas, per il Latin Billboard. Se mi ameranno, tornerò a casa con una consapevol­ezza in più».

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©RSI/M.AROLDI ‘Forse dovevo nascere negli anni di Woodstock…’

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