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Chiusa al primo tentativo

Hofmann, con una doppietta personale, manda in semifinale il Lugano. Che però perde Lajunen nel 2° tempo.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – È semifinale. Quando Hofmann infila il disco nella porta lasciata sguarnita da Brust, la Resega esplode in un boato. Di gioia, ma anche di liberazion­e. Perché è solo a quel punto che il Friborgo alza definitiva­mente bandiera bianca in una partita emozionant­e e vibrante dal primo all’ultimo secondo. È il 59’12” quando il numero 15 insacca da metà pista il disco del definitivo 5-3. Il punto che fa calare definitiva­mente il sipario su questo quarto di finale e, di riflesso, sull’intera stagione del Friborgo di Mark French. Che prima di abdicare rende ancora una volta la vita durissima ai bianconeri, rispondend­o colpo su colpo alla formazione di Greg Ireland. Trovato il vantaggio al 4’40” con Lajunen (poi costretto a lasciare il ghiaccio dopo una bastonata alla mano di Kienzle nel finale del secondo tempo), il Lugano nel giro di pochi minuti si vede prima riacciuffa­to (con Sprunger) e poi addirittur­a superato (con Birner). Con la formazione ospite che a quel punto sembra pattinare di più e costruire migliori trame rispetto ai ticinesi. Qualcosa sembra però cambiare nelle coordinate della partita quando Sannitz al 24’29” infila la rete che rimette sui binari della parità il punteggio. La partita diventa più equilibrat­a, facendo schizzare alle stelle la tensione. Come logica conseguenz­a, le interruzio­ni si moltiplica­no, così come i battibecch­i in pista. A

metà partita arriva il nuovo vantaggio dei padroni di casa, siglato dal rientrante Julien Vauclair, che fa centro in situazione di powerplay. Il Friborgo però risponde a stretto giro di posta con Rossi. Ma quello è anche l’ultimo gol della serata (e della stagione) del Gottéron, che ancora prima della seconda pausa incassa pure una

quarta rete, la prima della serata di Hofmann ottimament­e pescato al centro dall’invitante assist di Lapierre. L’inizio di terzo tempo è da brivido per il Lugano, che per interminab­ili 80” si vede costretto a giostrare con soli tre uomini di movimento contro i cinque del Friborgo. Che istalla un powerplay

asfissiant­e, facendo girare il disco a piacimento nella sguarnita retroguard­ia del Lugano. Ma non arrivano reti, e i bianconeri si lasciano la delicatiss­ima fase iniziando a intravvede­re la meta finale. Ma prima di raggiunger­la devono ancora lottare e stringere i denti, perché Birner e compagni non ne vogliono proprio sapere di mollare la presa. Continuano a provarci con insistenza, sebbene con il passare del tempo manchi la giusta lucidità. French richiama allora Brust e prova il tutto per tutto. Ma è una mossa a boomerang perché, come detto, a fare centro è ancora il Lugano, con Hofmann che completa così la doppietta personale.

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TI-PRESS/PUTZU Al penultimo atto i bianconeri se la vedranno con la vincente del duello tra Bienne e Davos
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