‘Interpretazioni divergenti degli aspetti giuridici. Ora serve la massima chiarezza’
Tutto (o quasi) è opinabile. Anche il diritto, perlomeno nei palazzi della politica cantonale. Perché all’origine della controversa vicenda dei rimborsi spese e delle indennità ai ministri e all’ex Cancelliere «ci sono state – e ci sono – interpretazioni divergenti sugli aspetti giuridici, sulle vigenti norme di legge in materia», sostiene il coordinatore della Sottocommissione ‘finanze’ Bacchetta-Cattori, reduce dalle audizioni sull’affaire dei benefit. Interpretazioni divergenti – fra i consulenti del Gran Consiglio, quelli del Consiglio di Stato, il Controllo cantonale delle finanze e la Cancelleria – che «in questi anni» hanno innescato «incomprensioni». Il parlamentare del Ppd evita di gettare benzina sul fuoco e precisa: «Da parte di tutti c’è stata sicuramente buona fede, ma ora bisogna approdare a un’interpretazione univoca degli aspetti legali e condivisa da governo e parlamento». Proprio per questo, aggiunge Bacchetta-Cattori, «è giunto il momento di fare la massima chiarezza ed è lo scopo del nostro esercizio». Ieri la Sottocommissione della Gestione ha sentito fra gli altri l’ex Cancelliere Gianella. «Ci ha fornito la sua versione, così come ha fatto il governo. Al riguardo avremo modo di esprimerci martedì in Gestione», dice Bacchetta-Cattori. Stando a nostre informazioni, Gianella ha affermato che la decisione sui benefit di fine mandato per ministri e cancelliere, fra cui i due mesi di stipendio supplementari, nonché il rimborso forfettario mensile di 300 franchi per l’uso del cellulare spettava unicamente al governo. Insomma, quanto previsto dalla nota a protocollo 44 adottata nel 2011 dal Consiglio di Stato era di competenza di quest’ultimo. E i 300 franchi per il telefono, che secondo la recente perizia del parlamento andavano approvati dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio? Per l’ex Cancelliere, il cellulare è da considerasi uno strumento di lavoro, come il computer. Sul fronte giudiziario, giungerà prima dell’apertura della seduta del parlamento, il prossimo lunedì pomeriggio, la decisione del pg, che un paio di settimane fa ha riaperto l’inchiesta, contro ignoti, per abuso di autorità. Inchiesta chiusa inizialmente con un decreto d’abbandono.