‘Fa male. Con il fallimento verrebbe meno un importante punto di riferimento’
Comprensibilmente, non entra nel merito delle vicende giudiziarie e delle vertenze anche di natura personale contenute nella vicenda, ma Davide Morandi il Locarno lo sente suo, per esserci cresciuto, per averci giocato, per averlo allenato. «Fa male – sottolinea –. Quando finisce qualcosa che hai vissuto di persona, sulla tua pelle e in varie sfaccettature, qualcosa ti viene a mancare. Riaffiorano i momenti positivi e negativi, rivedi un pezzo della tua vita. Ho ripensato al mio esordio, a 18 anni, a Bienne, dove realizzai due gol. C’era e c’è la consapevolezza che quei tempi lì non li avremmo mai più potuti vivere. La realtà è completamente cambiata. Il bacino del Locarnese, valli comprese, non è più sufficiente per garantire quello che il calcio moderno oggi richiede, a certi livelli. Quando era in Prima Lega, e ci è rimasto per trent’anni, il Locarno era il punto di riferimento della regione. Fa male pensare che, se il fallimento venisse confermato, questo riferimento venga meno». Nelle stagioni – prosegue Morandi – in cui al Lido c’ero io in veste di tecnico, le cose funzionavano. Probabilmente sono stato fortunato, ma ci ho messo anche molto del mio – io come i miei collaboratori – per creare un certo entusiasmo intorno a squadra e società. Mi ero posto l’obiettivo delle 1’000 persone allo stadio, e spesso lo abbiamo superato. A livello nazionale, l’Fc Locarno era riconosciuto come una realtà importante, positiva. È stato un motivo d’orgoglio. Così come vado fiero del fatto che giocatori come Rapp, Decarli, Marchesano, Milani, Mitrovic, Martignoni siano diventati professionisti. Il Locarno in modo intelligente approfittava della formazione svolta in seno al Team Ticino, dal quale accoglieva i migliori elementi per lanciarne la carriera. Mi ero prefissato di prenderne sempre il maggior numero possibile. È la dimostrazione che la piazza locarnese con quella struttura e con quella idea formativa poteva diventare un punto di riferimento per i giovani calciatori ticinesi. Cosa che, in parte, adesso sta facendo il Chiasso». Fa male, insomma... «Fa male vedere che sono pochissime le persone che hanno a cuore l’Fc Locarno. È lì da vedere. Ritengo anche che, pur con tutte le difficoltà del caso, con un po’ di buona volontà e di spirito costruttivo, qualcosa di diverso poteva essere fatto. E dico questo, sia chiaro, senza permettermi di entrare nel merito delle responsabilità di nessuno». Se confermato, il fallimento rischia di dilapidare un patrimonio... «Cancellerebbe la storia. O meglio, la storia rimane, ma se davvero dovesse accadere il peggio, il nome dell’Fc Locarno sarebbe cancellato dagli attuali registri dell’Asf e bisognerebbe ricominciare da zero. Fa male, sì».