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‘Un po’ di delusione c’è’

A una settimana dall’eliminazio­ne col Canada (quarti di finale), Elia Riva tira un bilancio dei Mondiali U20

- di Moreno Invernizzi

Lugano – La consapevol­ezza di aver perso dai più bravi non serve a molto. Una settimana dopo l’eliminazio­ne ai Mondiali U20 per mano del Canada (poi laureatosi campione del mondo) allo stadio dei quarti di finale del torneo brucia ancora a Elia Riva, unica presenza ticinese nella selezione di Christian Wohlwend. Battuti dai più bravi, sì, ma seccamente: 8-2 .«Quella di aver perso dai futuri vincitori è davvero un’amara consolazio­ne – sbotta Elia Riva –. Potevamo fare di più in quella partita. Anzi, dovevamo fare di più...».

‘Sono convinto che si poteva fare di più: non tutti ci hanno creduto fino in fondo’

È un’analisi schietta, quella che traccia il difensore bianconero. Che va anche oltre: «La sensazione è che non tutti abbiano creduto nelle loro possibilit­à contro il Canada. Certo, le chance di un successo erano davvero infime, ma era imperativo provarci con tutti i mezzi. Con ogni probabilit­à saremmo comunque usciti sconfitti da questo quarto di finale, ma avremmo potuto vendere la nostra pelle a un prezzo più caro... Ecco, a bocce ferme ho come l’impression­e che non tutti abbiano lottato fino in fondo, che qualche giocatore (e pure qualche dirigente) non ci abbia creduto davvero. Forse qualcuno si è sentito appagato dalla qualificaz­ione ai quarti di finale, che rappresent­ava il nostro obiettivo principale, e ha smesso di lottare con la necessaria grinta». Il Mondiale di Buffalo segue di due anni quello che Riva aveva disputato con la U18 (allora allenata da Thierry Paterlini), pure negli Stati Uniti (a Grand Forks): «Due realtà ben distinte. Se a 18 anni non ci sono grandissim­e differenze tra un Paese e l’altro, tra ventenni il divario tra le forze in campo è già ben più marcato. Nel Canada, ad esempio, c’era

già gente che poteva vantare esperienza in Nhl. Il livello tecnico di questi giocatori è nettamente superiore alla media, ed è davvero difficile contrastar­li efficaceme­nte. Giocare contro gente di questa levatura non può che essere uno stimolo: tutto sommato personalme­nte è stata una bella esperienza, e sicurament­e

arricchent­e. Un’esperienza che mi ha aiutato a crescere sportivame­nte». Chiusa la parentesi iridata, Riva è pronto a rimettere i panni di difensore del Lugano, che ritrova in pieno rilancio dopo i due derby vinti (dopo averlo lasciato in un periodo altalenant­e a fine dicembre): «Complice il fuso

orario e i nostri impegni oltre Oceano, non ho potuto seguire passo per passo il percorso del Lugano, ma mi sono comunque informato sull’evoluzione del campionato. Sono contento dei miei compagni gasati dopo il doppio successo nei derby: da parte mia sono pronto a fare nuovamente la mia parte sullo scacchiere di Ireland, anche se sono consapevol­e che necessiter­ò di qualche cambio per riprendere il posto e il peso che erano miei prima di partire nell’assetto bianconero: con la Nazionale si praticava un altro stile di gioco... Ci vorrà un po’, ma in fondo si tratta comunque sempre di hockey».

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TI-PRESS/PUTZU Smessi i panni della Nazionale U20, è tempo di tornare a vestire la maglia numero 37 del Lugano

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