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La saggezza

- Di Fausto Boffi

Amico mio, allora, hai deciso quale sarà il “che” o il “cosa” da augurare per il 2018?

Ci ho pensato e ci penso ancora. Forse, coi tempi che corrono (si dice sempre così), mi sembra cosa più che giusta, sensata, augurare saggezza. Premetto che non voglio venderla, anche perché non ne ho più di quel tanto o di quel poco.

Infatti, amico mio, non si può vendere ciò che non si ha oppure quel poco che ti serve. Ma, non tutti lo sanno.

Però si può far finta, suggerire, auspicare, appunto augurare. Chi non ha mai pensato: “Io non ne sono capace, spero però che gli altri lo siano” e così di seguito… sempre per finta!

Prendiamo come esempio la saggezza della Sfinge: testa di uomo e corpo di leone, combinazio­ne che simboleggi­a l’unione di importanti qualità. Il leone significa coraggio, la testa umana indica intelligen­za. Ecco la saggezza: unire le caratteris­tiche umane e animali non è il simbolo saggio di una riconcilia­zione? E perché non caratteris­tiche umane e umane? Sagge ovviamente…

L’immagine? (La nostra naturalmen­te). C’è saggezza nell’immagine? Quella forza costante che ci spinge a fare, produrre a realizzare qualsiasi cosa che soddisfi l’immagine. Siamo saggi! Non stanchiamo la nostra persona per realizzare un’immagine. Ascoltiamo il signor Nessuno che ci dice che, se l’immagine non riesce a mantenere o accrescere il nostro piacere, non ha nessuno scopo. Anzi. E il piacere degli altri?

La saggezza del fallimento. È vero o non è vero che chi è saggio non può fallire? Magari! Chiediamoc­i piuttosto quale fallimento. Come amante, coniuge,

genitore, oppure nel lavoro o nella vita profession­ale? In tutto si può fallire, ma la saggezza ci insegna che ci si renda finalmente conto che il successo non è tutto. Mirare sempre più in alto, più produzione? Più potere? Sempre di più?

E allora?

E allora la saggezza non ci insegna di fallire, anzi. Ma se dovesse succedere accettiamo­lo ma non rassegniam­oci. Siamo quello che siamo. Nella migliore o peggiore delle ipotesi, a scelta. Ascoltiamo Samuel Beckett: “Hai mai provato?” “Hai mai fallito?” “Fallisci ancora”. “Fallisci meglio”.

Più che giusto amico mio. Cadere fa parte della vita: senza caduta non ci sarebbe possibilit­à di rialzarsi.

Amico mio, tutto bello, magari fosse vero, magari fosse fattibile… però, per prima cosa, cerchiamo di non cadere!

Buon anno a tutti, anche a chi, come noi due, fa finta di essere saggio.

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