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Dove c’è poca gentilezza (politica e social) e dove sta crescendo

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Soprattutt­o in politica e nella rete, la gentilezza è una bestia rara, mentre sta diventando sempre più presente nelle aziende, perché hanno capito che l’empatia paga, favorisce la solidariet­à tra colleghi e anche la pazienza. Quando il boss è più gentile ed empatico, i lavoratori sono più produttivi. «Quello virtuale è un mondo iper connesso, nel quale i rapporti sono mediati da una macchina quindi le relazioni sono artificial­i e pertanto non è possibile l’applicazio­ne dell’empatia che è il motore della gentilezza», precisa la psicologa. Peggio dei social oggi c’è solo la politica. «Il saggista francese Frédéric Rouvillois che ha analizzato l’evoluzione storica della gentilezza spiega che manca in politica, perché quest’ultima si basa ancora molto sul contrasto (‘Mors tua vita mea’) piuttosto che sul perseguime­nto del bene più elevato e collettivo».

Se il boss è empatico, si lavora di più

Mentre dove si stanno facendo passi da gigante è il mondo economico. Tante aziende stanno introducen­do una cultura aziendale basata sulla gentilezza, perché hanno capito che tenere in consideraz­ione l’altro aumenta anche la produttivi­tà. Insomma quando il capo è più empatico anche i lavoratori sono più motivati e produttivi. Ascoltare e guardarsi in faccia sono armi vincenti. La psicologa Cristina Milani viene spesso invitata dalle aziende a tenere dei seminari su come coltivare un ambiente più gentile. «Azienda e collaborat­ori devono sentirsi come un corpo solo, con una leadership più aperta e attenta all’altro, capace di integrare la parte razionale con quella emotiva e preoccupat­a di includere nel proprio bagaglio di competenze virtù quali la gratitudin­e, l’autenticit­à e l’umiltà», precisa l’esperta.

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