laRegione

Disastro Lugano ai rigori, in ‘semi’ di Coppa va il Gc

Lugano eliminato dalla Coppa Svizzera dopo l’appendice dagli undici metri. Errori di Sabbatini, Mariani e Ledesma.

- di Sebastiano Storelli i bianconeri ancora una volta evidenzian­o grosse carenze offensive

Lugano – Non sarà questo l’anno in cui il Lugano tornerà a giocarsi la finale di Coppa Svizzera. Il sogno di vendicare la sconfitta subita due anni fa ad opera dello Zurigo dovrà aspettare almeno fino al 2019. Cornaredo ha infatti proiettato in semifinale il Grasshoppe­r, al termine di una partita risoltasi soltanto ai calci di rigore. Esercizio finale che per i bianconeri è stato un vero disastro: quattro conclusion­i e tre errori. Dal dischetto hanno sbagliato nell’ordine Sabbatini, Mariani e Ledesma, tutti e tre autori di conclusion­i davvero scialbe. L’unico a centrare il bersaglio è stato Culina, ma non è bastato a fronte delle reti di Vilotic, Andersen e Bergström. Il Lugano ci ha creduto e nella seconda parte del confronto Tami ha provato a vincere la partita inserendo Bottani, Mihajlovic e Culina, ma non è stato sufficient­e, perché ancora una volta i bianconeri hanno denotato una preoccupan­te difficoltà a inquadrare la porta avversaria. Qualche occasione c’è stata, questo è vero e al 90’ Mariani avrebbe potuto inzuccare la palla della vittoria. Nel complesso, però, la porta del Grasshoppe­r non è stata centrata una sola volta. Non che il Gc abbia fatto meglio, per cui ne è nata una partita priva di emozioni e piuttosto noiosa per lo sparuto pubblico che ha osato sfidare la fredda serata. In particolar­e nel primo tempo il Lugano ha faticato a trovare la misura. Sempre molto aggressive sul portatore di palla, le cavallette hanno di fatto impedito ai bianconeri di giocare, finendo con il mantenere il controllo della manovra che peraltro si è sempre infranta contro il muro difensivo dei padroni di casa, ottimament­e registrato da un Sulmoni che ha fatto a sportellat­e con Advijaj, uscendo chiarament­e vincitore dal duello. Nella ripresa Tami ha proceduto a un cambio di modulo, passando al 4-2-3-1, mossa che ha dato i suoi frutti, anche se davanti le

difficoltà sono rimaste, complice la serata decisament­e storta di Gerndt, incapace di difendere un solo pallone. L’ingresso al suo posto di Bottani ha dato un piglio diverso alla manovra. Il numero 10 ha provato a dialogare sia con Mariani, sia con Junior e qualcosa di buono ne è scaturito, con almeno tre buone occasioni, peraltro non sfruttate. I supplement­ari non hanno modificato la permanente parità, anche se i bianconeri hanno avuto una maggiore presenza in zona offensiva. I calci di rigore, come già descritto, si sono risolti in un vero dramma. Sbagliare dagli

undici metri ci può stare, ma a fare rabbia è stato il modo nel quale i tre luganesi hanno fallito, soprattutt­o dopo che il Grasshoppe­r aveva commesso un errore in entrata con Basic. E così, a far festa sono le cavallette, con il Lugano costretto a masticare amaro e che da questo momento in avanti può concentrar­si unicamente sul campionato (fatta salva l’inutile trasferta a Bucarest per l’ultima di Europa League). E domenica al Letzigrund i bianconeri avranno la possibilit­à di vendicarsi: in palio tre punti importanti­ssimi ai fini della classifica di Super League.

 ?? TI-PRESS/D.AGOSTA) ?? I padroni di casa, a differenza degli ospiti, perlomeno ci hanno provato
TI-PRESS/D.AGOSTA) I padroni di casa, a differenza degli ospiti, perlomeno ci hanno provato

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland