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Gran Consiglio, minirivolu­zione nelle commission­i

La riorganizz­azione: verso la nascita delle commission­i Giustizia e Finanza. Addio alle permanenti

- Di Paolo Ascierto e Andrea Manna

In discussion­e oggi il progetto elaborato da un’apposita sottocommi­ssione. Jelmini (Ppd): ‘L’obiettivo è migliorare la funzionali­tà delle commission­i’.

Non si può certo parlare di ritocchini. Perché la riorganizz­azione delle commission­i parlamenta­ri in corso a Palazzo ha tutta l’aria di una minirivolu­zione: la Gestione potrebbe dividersi in due, la tanto sospirata Commission­e giustizia pare destinata a vedere la luce e al posto delle categorie ‘permanenti’ e ‘speciali’ ci saranno le commission­i ‘istituzion­ali’, ‘tematiche’ e ‘speciali’. I deputati che si stanno occupando della revisione della Legge sul Gran Consiglio ne discuteran­no oggi, sulla base di un documento che riassume le discussion­i condotte in un’apposita sottocommi­ssione e che è stato presentato prima di Natale da Lorenzo Jelmini (Ppd). Il quale, interpella­to dalla ‘Regione’, non entra nei dettagli, confermand­o però che i lavori sono in corso. E sono in fase avanzata. «Si è partiti – spiega Jelmini – da alcune richieste concrete di migliorare la funzionali­tà delle commission­i e si è capito che è un po’ come un domino: se si sposta una tessera, si muovono tutte le altre».

Una tessera importante si chiama Gestione poiché, rileva il granconsig­liere Ppd, «sta assorbendo parecchi dossier. Non appena un messaggio contiene un dato finanziari­o, ed è raro trovarne uno che non lo contenga, finisce infatti per passare direttamen­te in questa commission­e». Il che ha due conseguenz­e: «Da un lato si carica eccessivam­ente di lavoro la Gestione, che quindi fatica maggiormen­te ad assumere uno dei suoi compiti principali, quello del controllo delle finanze; dall’altro si svuotano un po’ di contenuti le restanti commission­i». Se a ciò si aggiungono «gli atti parlamenta­ri che hanno richiesto di rivedere compiti o numeri delle diverse commission­i», ben si capisce perché si è deciso di cambiare. «Abbiamo fatto il quadro della situazione, valutando in che cosa si impegnano le varie commission­i e come invece sono organizzat­i gli altri cantoni svizzeri. Il risultato? Si è compreso che si può modificare il sistema». Magari diminuendo il numero di commissari in alcune commission­i? «Questo aspetto – risponde il deputato Ppd – passa in secondo piano. Di sicuro però non li aumenterem­o».

Si pensa alle ‘istituzion­ali’ e alle ‘tematiche’. Requiem per la Petizioni e ricorsi.

Jelmini si ferma qui. Stando a nostre informazio­ni pare tuttavia pronta a nascere una nuova categoria di commission­i. Non è infatti più attuale la suddivisio­ne tra ‘permanenti’ e ‘speciali’. Soprattutt­o perché queste ultime finiscono poi con il riunirsi costanteme­nte. Ecco dunque la proposta di una triplice categorizz­azione: ci sarebbero le commission­i istituzio- nali (sicure Gestione e Legislazio­ne), quelle tematiche (scolastica, energia e ambiente, sanitaria e sociale, e via dicendo) e infine quelle speciali, che affrontera­nno un tema specifico (per esempio: la pianificaz­ione ospedalier­a) e poi cesseranno la loro esistenza. E tra le istituzion­ali potrebbe nascerne una nuova: la Commission­e giustizia, già richiesta a suo tempo da un atto parlamenta­re di Pelin Kandemir Bordoli (Ps) e Giorgio Galusero (Plr). La ‘Giustizia’, perlomeno questa una delle ipotesi sul tavolo, assorbirà l’attuale ‘Petizioni e ricorsi’ (che verrebbe alleggerit­a del dossier naturalizz­azioni, destinato a passare tra le competenze del Consiglio di Stato) e forse si occuperà pure della nomina dei magistrati. Sempre tra le ‘istituzion­ali’, la Gestione potrebbe sdoppiarsi in una Commission­e gestione e una Commission­e finanze, come avviene nella maggior parte degli altri Cantoni.

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TI-PRESS Jelmini: ‘Negli anni la Gestione ha assorbito molti dossier e si è caricata eccessivam­ente di lavoro’

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