‘Finiamola di farci male, in Ticino si può sciare!’
«Finiamola, una volta per tutte, con questo ritornello mediatico del Ticino senza neve e dell’impossibilità di poter sciare nel nostro cantone! Così facendo non aiutiamo certo le stazioni che, come Bosco Gurin, fanno di tutto per assicurare agli amanti degli sport invernali delle piste agibili, accoglienti e sicure».
Lo sfogo – legittimo – è quello di Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti turistici della località della Valle Rovana. «Qui a Bosco da settimane le nostre piste in quota sono ben affollate; le medie giornaliere di passaggi sono più che soddisfacenti, il piccolo paese walser vive proprio grazie alla nostra offerta. Se vogliamo farci male da soli, non abbiamo che da continuare a far circolare informazioni sbagliate che non invogliano certo i ticinesi a infilare sci e scarponi ai piedi». Intanto la poca neve caduta in queste ultime ore non basta a consentire l’apertura della parte bassa del comprensorio sciistico: «Per noi ciò che conta è che si possano garantire piste in ottimo stato in quota, dove grazie alla seggiovia possiamo far giungere gli sciatori. La lungimirante pianificazione degli impianti sopra i 2mila metri permette al popolo delle nevi di divertirsi. È stata dunque, a suo tempo, una visione azzeccata». Altro tema che recentemente ha fatto discutere, quello delle scolaresche e delle settimane bianche (Frapolli prima di Natale aveva chiesto allo Stato un risarcimento di 75mila franchi per il mancato rispetto degli accordi): «Sono mesi che siamo in trattative con il Decs per dar seguito alla mozione approvata dal Gran Consiglio nel 2013. Essa impone alle direzioni degli istituti di rivolgersi per i corsi di sci alle strutture ticinesi. Solo in assenza di neve possono essere cercate alternative fuori cantone. Da noi le piste sono aperte ma non tutte le scolaresche hanno recepito il messaggio. Per questa ragione mi sono sentito preso per i fondelli e ho avanzato la mia richiesta di indennizzo. Le ricadute economiche per la debole economia della Rovana di questa presenza sono importanti. Da una stima si calcola che per ogni franco speso quassù si genera un indotto lordo 16 volte superiore (tenuto conto di tutto quanto ruota attorno al “circo bianco”)». A Bosco Gurin, comunque, non si guarda unicamente all’inverno come fonte di introiti e sopravvivenza. Da tempo si parla di destagionalizzare l’offerta turistica: «Il masterplan “Alta Vallemaggia basso potenziale” è lo strumento contenente le basi per il rilancio delle valli. In esso sono illustrate le proposte di sviluppo che potranno assicurare un futuro migliore». D.L.