Kiwi, pianta da ‘monitorare’
Cosa ci fa il Kiwi (Actinidia deliciosa) lungo il Vedeggio, nei boschi della Valcolla e del san Clemente e in altre zone nel Sopraceneri? La pianta è capace di colonizzare ambienti molto diversi fra loro. Ne ha parlato la recente pubblicazione dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl), che ha segnalato la presenza dell’albero Oltregottardo, e tio.ch che ha interpellato il biologo e consigliere comunale verde di Lugano Nicola Schönenberger perché il fenomeno sta prendendo piede anche in Ticino. In Svizzera si cominciano a notare queste piante invasive crescere lontano dai giardini. Cosa vuol dire? «Significa che questa pianta è capace di tornare allo stato spontaneo anche se proviene dalla Cina – risponde il biologo –. E ci riesce attraverso i frutti e i semi viabili. Esistono meccanismi di dispersione dalla coltivazione verso la natura tramite gli animali che ne disperdono i semi che, a loro volta, sopravvivono alla digestione riuscendo a germogliare. Essendo la specie concorrenziale si forma una pianta adulta. Quindi vuol dire che tutto il ciclo vitale è possibile nei nostri ambienti naturali, senza l’aiuto diretto dell’uomo, dopo una trentina di anni da quando si è generalizzata la coltura in Ticino». Bisogna preoccuparsi? «Il Kiwi in Nuova Zelanda, che ha climi simili al nostro, è diventato invasivo in diversi posti e crea problemi e costi per controllarlo e c’è la probabilità che lo diventi anche da noi – rileva Schönenberger –. Sappiamo che la sua tipologia biologica è una liana legnosa che cresce in maniera importante. Anche questa è una caratteristica biologica di tante specie invasive. Ma è impossibile prevedere cosa succederà, comunque il fenomeno merita di essere tenuto sotto osservazione».