laRegione

Alloggi, la visione degli urbanisti

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“I Masterplan e le susseguent­i varianti di Piano regolatore (Pr) soffrono di mancanza di trasparenz­a e di conflitti di interessi da parte degli operatori che li elaborano. (...) Perciò occorre una commission­e urbanistic­a composta da membri di altri cantoni, che i mandati urbanistic­i siano sottoposti a concorso di architettu­ra e che la questione della trasparenz­a sia risolta in base a una non meglio precisata strategia”. Questa lettura proposta al Municipio di Lugano (cfr. ‘laRegione’ del 4 luglio) dalla Conferenza delle associazio­ni tecniche del Cantone Ticino (Cat) non piace alla Federazion­e svizzera degli urbanisti sezione Ticino (Fsu) che lamenta di non essere stata nemmeno consultata. E soprattutt­o, in una presa di posizione inviata all’esecutivo cittadino, critica la Cat: la fotografia “dei mali dei progetti urbanistic­i passati e presenti, così come le proposte avanzate denotano una scarsa conoscenza dei processi che formano i piani regolatori”. Per la Fsu, costituire commission­i extracanto­nali è una specie di fuga in avanti che non risolve nulla “perché non influisce sulla sensibilit­à di politici e popolazion­e”. A proposito di alloggi a pigione moderata (tema che, assieme al nuovo piano regolatore della città allargata dovrebbe tornare d’attualità a Lugano, ndr), ad esempio, “a Berna e Zurigo si risolvono attraverso le cooperativ­e. Non possiamo però pretendere che basta importare questo modello per avere successo in Ticino. Occorre che i cittadini e la politica lo vogliano, altrimenti non succede nulla”. Occorrereb­be invece, prosegue la Fsu, “aprire e continuare il dibattito su cosa si voglia che sia la Lugano del futuro, informare la popolazion­e, far sì che sostenga poi i politici nelle scelte difficili che dovranno affrontare”. Tutto ciò nell’ambito degli attuali processi democratic­i e ci vorrebbe il contributo dell’Accademia di architettu­ra. “Colpevoliz­zare urbanisti e politici, come fatto sinora, non porterà a nessun cambiament­o virtuoso nella popolazion­e. Occorrereb­be criticare i progetti pianificat­ori e urbanistic­i, proponendo alternativ­e”. Sono già stati denunciati gli intrecci di interesse non trasparent­i nella filiera decisional­e delle Commission­i dei trasporti intercomun­ali che sarebbero da ripensare, secondo la Fsu. Ma i concorsi pubblici di pianificaz­ione del territorio da soli non sono garanzia di democratic­ità e “accettazio­ne pubblica oltre che di qualità”.

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