Voglia di guerra tra Mosca e Kiev
Il presidente ucraino Poroshenko mette le truppe in ‘massima allerta’ pronte a combattere La Russia denuncia tentativi di incursione in Crimea da parte di commando ucraini. Riunito all’Onu il Consiglio di sicurezza. Nato preoccupata.
Mosca – Ormai manca solo un “incidente”, poi la guerra russo-ucraina potrà riprendere. La tensione tornata altissima sul confine tra la Crimea e l’Ucraina negli ultimi giorni, analogamente a quella nei territori separatisti dell’Ucraina orientale, sembra fatta apposta per accelerare una resa dei conti tra Mosca e Kiev, di cui Vladimr Putin da una parte e Petro Poroshenko dall’altra hanno voglia e necessità. L’altroieri è stata la Russia a denunciare presunte manovre ucraine per introdurre alcuni nuclei d’élite in Crimea per compiervi atti di sabotaggio e destabilizzare la penisola in vista delle elezioni. Crimea, va pur ricordato, che Mosca si è annessa con modalità analoghe a quelle che denuncia. Ieri, comunque, Poroshenko ha disposto la massima allerta di unità militari al confine con la Crimea e il Donassi, perché siano “pronte al combattimento”. Una disposizione estrema, temperata tuttavia da un’iniziativa diplomatica, in forma di conferenza telefonica (per ora solo annunciata) con Angela Merkel, François Hollande, il vicepresidente Usa Joe Biden e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Poroshenko, stando alla Tass, avrebbe anche chiesto al proprio servizio diplomatico di prendere contatti con Putin. Ma ancora giovedì, il presidente russo aveva usato parole durissime nei confronti della dirigenza Ucraina. Kiev, aveva denunciato, ha scelto il “terrore”. Effettivamente, le truppe militari ucraine al confine amministrativo con la Repubblica di Crimea sono state aumentate, anche per controbilanciare l’aumento degli effettivi disposti da Putin. Mosca, accusa l’Ucraina, “potrebbe lanciare delle operazioni offensive” proprio dalla penisola russofona strappata a Kiev due anni e mezzo fa (guadagnandosi le sanzioni europee e statunitensi). Mosca, dal canto suo, ha sostenuto di avere fermato due commando ucraini Yevgeny Panov e Andrei Zakhtei, che starebbero “confessando”. Nel caso di Panov la polizia ucraina ne ha confermato l’identità e ha aperto un’indagine ipotizzando il reato di sequestro. “Vogliamo mettere in guardia Kiev e i suoi sponsor stranieri – avverte un comunicato del Ministero degli esteri – che il danno causato alla Russia, con la morte di un suo soldato, avrà delle conseguenze”. Ieri, l’Ucraina ha chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, mentre la Nato si è detta “preoccupata” e ha assicurato che sta “monitorando la situazione da vicino”.