‘Riduzione insostenibile’
Giudici provvedimenti coercitivi da 4 a 3? Consiglio della magistratura contrario L’organo che vigila sul funzionamento della giustizia ticinese silura la proposta del governo
Non usa giri di parole, il Consiglio della magistratura (Cm), nel manifestare la propria contrarietà alla diminuzione dell’organico dell’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi proposta dal governo nell’ambito della manovra di rientro da 185 milioni di franchi per risanare le casse cantonali. L’organo che vigila sul funzionamento della giustizia ticinese “ritiene, da un lato, che la misura di riduzione di un magistrato non sia sostenibile per l’Ufficio giudiziario in questione e, d’altro lato, che i motivi evocati dal Consiglio di Stato a sostegno della stessa non siano pertinenti”. Così scrive in una ferma e articolata presa di posizione, datata 25 luglio, il presidente del Cm, il giudice d’Appello Werner Walser. Cinque pagine di osservazioni indirizzate al presidente del Gran Consiglio “con richiesta di trasmetterle” alla commissione – la Gestione – che sta esaminando la parte della manovra confezionata dall’Esecutivo sulla quale deve pronunciarsi il parlamento. E nella quale rientra la prospettata diminuzione – da quattro a tre unità, dal 2017 (di 256mila franchi il risparmio annuo quantificato dal governo) – del numero dei gpc, i giudici dei provvedimenti coercitivi, chiamati fra l’altro a convalidare o meno gli arresti ordinati dai procuratori pubblici, e dunque a disporre la detenzione preventiva, a dar seguito o meno alle istanze di proroga della carcerazione, a quelle di levata dei sigilli e ad autorizzare o meno i controlli telefonici. Ma svolgono anche i compiti che prima dell’entrata in vigore nel 2011 della procedura penale unificata sul piano federale spettavano al giudice dell’applicazione della pena, il giap. Parliamo insomma di magistrati tenuti a prendere decisioni delicate, in quanto attengono alla libertà personale. “Degradare la tutela della libertà delle persone – che è di rango costituzionale e necessaria, quindi non puramente discrezionale – a una spesa o un costo qualsiasi si risolve in un’operazione – a dir poco – avvilente, per uno Stato che si pretende di diritto”, sottolinea Walser. La riduzione di un magistrato comporterebbe “un aumento del carico lavorativo di ogni singolo giudice dei provvedimenti coercitivi (nella misura di 1/3 ciascuno) in tutti i settori di competenza, senza che vi sia stato, in prospettiva, alcun esame delle conseguenze, quantomeno sotto il profilo del funzionamento e della capacità di durabilità dell’Ufficio”, annota il Cm, lamentando inoltre il fatto che “la pubblicazione” da parte del Consiglio di Stato del messaggio sulle misure per il riequilibrio delle finanze del Cantone “è intervenuta senza che l’Ufficio del gpc sia stato interpellato”. E a proposito del messaggio governativo, se quest’ultimo, sostiene l’organo presieduto da Walser, “evidenzia ‘un bilancio di attività più che positivo’ (in questo contesto si potrebbe parlare, tuttalpiù, di pareggio), ciò non permette certo di concludere che vi siano delle riserve, ma unicamente che l’Ufficio del gpc fa fronte tempestivamente alle proprie incombenze”. Confrontando i dati sul carico di lavoro nel 2010 (giap e giudici dell’istruzione e dell’arresto) con quelli del 2015 (gpc), “non risulta alcuna diminuzione di atti- vità”, osserva ancora il Cm. “A parte il fatto – aggiunge – che la complessità delle procedure è aumentata (ad esempio per quelle di carcerazione), va rilevato che, più in generale, le entrate dell’Ufficio dipendono dall’attività della polizia (i cui effettivi sono stati aumentati), del Ministero pubblico (vedi, da ultimo, la risoluzione del Consiglio di Stato del 2 dicembre 2015, con la conferma di tre unità di ispettori specialisti ausiliari), ma anche del Ministero pubblico della Confederazione. Se non è possibile prevedere gli oneri dei mesi e degli anni a venire, appare comunque difficilmente ipotizzabile una diminuzione del carico di lavoro, ciò peraltro senza tener conto dei possibili sviluppi di alcuni casi recenti che toccano il settore bancario (carcerazioni, dissigillamento di una gran quantità di documenti). Per il resto, il costante aumento della criminalità economica in questo cantone è indiscutibile”. Pertanto, rimarca il Consiglio della magistratura, “con queste premesse, speculare al ribasso sul carico di lavoro che potrebbe gravare l’Ufficio del gpc in futuro non è serio”.