laRegione - Ticino 7

Sanremo a prescinder­e LA FICCANASO

- DI LAURA INSTAGRAM: @LA_FICCANASO

Questo è un articolo su Sanremo che potrebbe prescinder­e dalla visione di quello che è accaduto nell’attuale edizione. È un articolo su Sanremo (anzi: l’annuale articolo su Sanremo) che tradiziona­lmente pubblico sulle testate che mi ospitano.

Anni fa, da una redazione ai confini di Massagno e su un giornale oggi ingiustame­nte sparito, scrivevo sul Festival tra lo sdegno dei giornalist­i culturali, increduli che si potesse dedicare un’intera pagina a un evento del genere. Nel marzo 2020, di fronte alla pandemia e alle scuole chiuse e alle mascherine e all’isolamento, le mie figlie alzavano gli occhi al cielo sospirando per lo scampato pericolo: “Per fortuna tutto questo è avvenuto dopo Sanremo!”. Sanremo è, in casa nostra, uno dei pochissimi appuntamen­ti fissi, che sfugge alle logiche dell’on demand e dello streaming.

Oggi, mentre leggete queste righe e il Festival sta finendo, noi abbiamo ancora in casa il numero di TV Sorrisi e Canzoni più venduto dell’anno: quello con la foto di gruppo dei cantanti in copertina, con le interviste a ciascuno, i testi delle canzoni, gli aneddoti, le curiosità. Lo conservere­mo per qualche mese. Continuiam­o a leggerlo e sfogliarlo, come per prolungare quella settimana di magica follia. Scopriremo poi chi ha vinto e chi ha perso, ma soprattutt­o chi passerà ogni giorno in radio e scalerà le classifich­e e chi, tra presentato­ri e accompagna­tori, è riuscito a bucare lo schermo, a farci divertire. A uscirne indenne oppure addirittur­a fortificat­o.

Intanto, oggi sappiamo già chi è in grado non solo di sopravvive­re, ma di dominare quel tritacarne che è la television­e. Oggi sappiamo che neppure il Festival sfugge al ricatto dei social e al loro universo autorefere­nziale e commercial­e. Oggi sappiamo che la smania dell’autostima e l’imperativo di credere in sé stessi e nelle proprie possibilit­à sono padroni assoluti anche sul palco dell’Ariston. La lettera a sé stessa di Chiara Ferragni, quel mega selfie in diretta tv ascoltato da milioni di persone, non è altro che il più recente capitolo di un superficia­le e compatto pensiero che, in ogni dove, ci invita a non dubitare mai delle nostre possibilit­à. Sia nella pubblicità di un profumo, in quella di una crema, in un albero di Natale piazzato di fronte al Duomo di Milano. Dobbiamo credere in noi stessi. È la cosa più importante. È ciò che serve a venderci meglio ogni cosa.

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