DAMMILA CLAVA!’
Donne primitive, rivoluzionarie e molto incavolate
A differenza di ciò che accade nei fumetti sulla preistoria la donna non domina. Anzi.
“Wilma dammi la clava!”, urlava il cavernicolo Fred nei fumetti e nei film degli antenati Flintstones. La clava però non è un semplice randello. La clava è lo scettro pesante del potere. Giustizia e pari opportunità per uomini e donne? Certamente. Ma se l’obiettivo dichiarato non è la parità bensì l’egemonia, è un altro paio di maniche.
Viviamo ancora in una cultura patriarcale e paternalista, una società gerarchica e competitiva. A differenza di ciò che accade nei fumetti sulla preistoria la donna non domina, al comando stanno più frequentemente i maschi, per la verità con molte eccezioni. Anche il divario retributivo la dice lunga: in Europa le donne guadagnano in media il 15 per cento in meno degli uomini.
‘Lady Sapiens’
Un documentario archeologico e un libro che portano lo stesso titolo, ‘Lady Sapiens’, stanno rivalutando il ruolo della compagna spesso trascurata dagli studi paleoantropologici sul sapiens maschio. La tematica cosiddetta di genere da qualche anno a questa parte ha investito anche gli studi sulla preistoria, che hanno revisionato la figura centrale del maschio cacciatore di mammut come protagonista assoluto. A pensarci, è logico che le donne abbiano sempre contribuito in maniera indispensabile all’economia e alla cultura, con attività quotidiane le cui tracce però sono svanite. O non si sono mai volute vedere. Donne invisibili e misconosciute, pregiudizialmente. Forse anche autrici di importanti graffiti e delle famose statuette note come Veneri del Paleolitico. Chissà.
Leadership
Rivendicare il diritto alla leadership, tuttavia, lascia perplessi. Per alcune femministe non basta che le donne ottengano la parità, ma devono insediarsi al top, nelle posizioni sociali “apicali”. In buona sostanza le donne meriterebbero di comandare perché – secondo un luogo abbastanza comune – le donne sono migliori degli uomini. Peccato che chi lo afferma forse non si renda conto di incappare in un sessismo alla rovescia.
Detto questo, sorge un dubbio radicale e soavemente anarchico sul tema della supremazia. Da brave scimmie nude quali siamo maschi e femmine – rispondiamo a un’etologia ancestrale: leadership è una parola che designa le mansioni di capobranco, ed è una parola e un ruolo di cui siamo infatuati. E infatuate. Forse è proprio il concetto feticcio di leadership che dovremmo revisionare e magari abbandonare, a favore di una condivisione di responsabilità, di compartecipazione alle decisioni, di complementarità tra generi. Perché sia gli uomini sia le donne nel corso dell’evoluzione umana hanno dato i loro contributi, senza necessariamente disputarsi la clava.