La Ficcanaso
A vent’annimaggio è il mese deimatrimoni, a trenta quello dei battesimi, a quasi quaranta quellodelle comunioni. Come ogni volta arriviamo in fondo distrutti, disposti persino ad affrontare laprovacostumepurdi chiudereunperiodo tanto faticoso. Solitamente inizia tutto con il regalo, e se il festeggiato è maschio capisci che peggio che fare un regalo a un uomo c’è soltanto trovare qualcosa per un ragazzino. I negozi in centro sono pieni di signore con scarpe comode e borse costose disposte a mettere un sacco di banconote l’una sull’altra –anche per una canottiera da basket – pur di porre fine allo strazio. Tuperunmomentopensi allabustacoi soldi concui la nonna è arrivata serena ai 95 e poi hai un ultimo pudore: vuoi davvero competere con i quattro nonni del festeggiato? La risposta ti guida a fidarti ciecamente di un commesso Caronte di unmondomaschile, fattodi abiti e accessori il cui destino è essere impregnati di odore di preadolescenza cinque minuti dopo essere usciti dal negozio. Cerchi di comprare qualcosa di una squadra di basket di NBA e finisci con un dignitoso abbinamento per colore e l’immancabile frase delle vecchie zie: «Prendiamola un po’ più abbondante, che vada bene per la crescita». Solo nella domenica incriminata capisci che il regalo, in fondo, era lapartemigliore. Pur sempre di shopping si trattava, mentre al tavolo della comunione non conosci nessuno e non ci sono neppure sposi impietositi che fanno il giro dei tavoli. Alla tuadestraparlanodi nazionalismo, alla sinistra c’è una bambina che non vuole dormire, di fronte a te un vino rosso troppo frizzante che la dieta non concede. Le bambine fanno nuove amicizie dopo la solita mezz’orettadi timidezza. Ti chiedi se la loro mezz’oretta di timidezza corrisponda all’età chehai oggi e se ci sia speranza, undomani, di diventare un animale un po’ più sociale.