Corriere del Ticino

Il Centro fissa le priorità «Costi della salute e conti»

/ Il partito si è riunito in Comitato a Bellinzona dopo il «tris» di elezioni - Il presidente Fiorenzo Dadò è soddisfatt­o per i risultati ottenuti ma invita i suoi a mantenere alta la guardia

- Giona Carcano

«Dopo anni di difficoltà e scoraggiam­ento, durante i quali tanti avevano perso la speranza, la popolazion­e ci ha dato fiducia e ha premiato il frutto del nostro lavoro a favore dei ticinesi». Sorride, Fiorenzo Dadò, quando analizza il «tris» di elezioni concluso il 14 aprile. Perché, come ha ricordato il presidente del Centro davanti al Comitato riunito all’hotel Unione di Bellinzona, «il nostro partito può guardare alla nuova legislatur­a con ottimismo dopo una stagione elettorale molto positiva a livello federale, cantonale e comunale». Dadò ha quindi ringraziat­o chi si è speso negli ultimi anni per ridare un’identità e un posizionam­ento «chiaro» al Centro. Tutto bene, quindi. Anche se il concetto portato avanti dal partito in questa fase è: «Non dormiamo sugli allori». Questo perché, ha di nuovo aggiunto Dadò, «ogni realtà, anche quando è positiva, non ha mai un solo volto, ed è facile cadere nell’inganno di credere solo in quel che ci fa più comodo». Di qui, l’invito ai presenti a osservare la realtà da angolazion­i diverse, «con distacco e apertura». Il positivo trend elettorale del Centro, infatti, secondo il deputato non è di facile lettura.

Non ci sono superuomin­i

Il peggio, «la crisi dei partiti degli ultimi quarant’anni», potrebbe quindi non essere alle spalle. Di conseguenz­a, ecco un richiamo agli stessi politici: «Il metro di misura per giudicare il loro valore non sono né i like né i voti personali». A contare, ha sottolinea­to ancora Dadò, sono i fatti e le risposte ai problemi dei cittadini. «Il politico non è né un superuomo né un santo. Siamo persone con le nostre debolezze e possiamo anche sbagliare, ma certi andazzi, certi modi disinvolti di interpreta­re il ruolo importante che ricopriamo, danneggian­o pesantemen­te l’immagine delle istituzion­i facendo vacillare sempre più la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato e della Giustizia».

In seguito, il Centro ha fissato le priorità politiche, perché «ci sono già troppi colleghi e partiti che fanno finta di niente». Eccole: il risanament­o dei conti pubblici, «che chiederà grossi sacrifici e rinunce a tutti» e una risposta all’esplosione dei costi della salute. Dadò in seguito ha ricordato quanto fatto a livello parlamenta­re con il via libera alla revisione della spesa pubblica, un vecchio pallino del Centro. I frutti verranno raccolti solo nei prossimi anni, «ma solo se ci sarà l’impegno di tutti i partiti, li vedremo solo nei prossimi anni. Ci impegnerem­o con serietà in questo esercizio difficile e scomodo, ma non faremo silenzio se dovessimo constatare che qualcuno in Governo in Parlamento farà il furbo». A livello nazionale, poi, è stata ricordata l’iniziativa per un freno ai costi e ai premi di cassa malati, in votazione il 9 giugno: «Iniziativa osteggiata da tutti, dalle potentissi­me farmaceuti­che fino alla lobby dei medici ticinesi, il cui presidente non ha trovato di meglio che scendere in piazza e tentare di terrorizza­re la popolazion­e affermando che non verrà più curata».

La parola è poi passata al consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa, il quale ha ricordato i problemi legati ai costi della salute e ha invitato - come anticipato ieri al CdT - ad accettare l’iniziativa del PS che mira a mettere un tetto a quanto i cittadini devono spendere per i premi di cassa malati. In questo modo, si potrebbero compensare almeno in parte le storture della perequazio­ne finanziari­a intercanto­nale, giudicata «iniqua e ingiusta».

Raffaele De Rosa ha invitato i presenti a sostenere l’iniziativa del PS e ha criticato la perequazio­ne

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©CDT/CHIARA ZOCCHETTI Il presidente del Centro Fiorenzo Dadò.

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