Corriere del Ticino

Come voterò sui temi legati alle casse malati

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Il Centro, in un disperato «anche noi!» sulla sanità, propone l’iniziativa «Per un freno ai costi» le cui misure saranno realizzabi­li solo ponendo un tetto al rimborso delle prestazion­i. Se accettata, priverà di trattament­i efficaci (come la chemiotera­pia che ha curato il melanoma di un collega che oggi continua a lavorare) chi non avrà un’assicurazi­one privata.

La mia esperienza di vari sistemi sanitari mi ha convinto che non ci sia una soluzione tecnica, ma solo una soluzione di principio, coraggiosa: bisogna avere un sistema

sanitario pubblico che riduca quanto possibile le possibilit­à di lucrare sulla salute.

La salute è un bene comune e va amministra­ta come tale, senza lasciarla gestire da un «mercato» la cui mano invisibile, incontroll­ata, ha già impoverito l’ambiente e il tessuto sociale nei quali viviamo. Dobbiamo creare un sistema sanitario federale che rimpiazzi le casse malati e che non sperperi i nostri soldi per pubblicità, per cavillare sui rimborsi, o in investimen­ti azzardati sui mercati finanziari. Che riequilibr­i i salari di tutti gli operatori sanitari, come è (o dovrebbe essere) il caso per insegnanti, magistrati e poliziotti. Che separi completame­nte i circuiti della sanità pubblica e privata.

Altri Paesi, come il Canada, ci sono riusciti e, senza sorpresa, spendono meno di noi, per una copertura equivalent­e o migliore. Un sistema di questo tipo non sarebbe incompatib­ile con il progresso scientific­o e tecnologic­o. La maggior parte della ricerca viene già finanziata con fondi pubblici; è solo l’ultimo tratto del percorso che viene sfruttato dal settore privato. Una giusta retribuzio­ne degli investimen­ti potrebbe essere conservata, d’altronde, ma non ci sarebbero le spese di marketing e di protezione dei brevetti, che va ripensato per i suoi effetti perversi (come quello di rendere indisponib­ili i farmaci meno cari, perché meno redditizi).

Sostengo invece l’iniziativa «Non

più di 10% del reddito» come un primo passo in favore delle famiglie meno abbienti, ma non dobbiamo fermarci qui. Bisogna avanzare rapidament­e verso un sistema sanitario federale, come in Svizzera ben sappiamo fare. Per ulteriori approfondi­menti, vi rimando al sito www.majno.ch. Pietro Majno-Hurst medico chirurgo

Brissago

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