L’ascesa del giovane Trump
/ Il regista danese-iraniano Ali Abbasi firma «The Apprentice», «biopic» sulla figura dell’ex presidente americano nella New York degli anni Settanta e Ottanta
Girare un film sulla vita del giovane Donald Trump tra gli anni Settanta e Ottanta, quando grazie a una serie di spettacolari operazioni immobiliari getta le basi del suo impero economico. Questo il non facile compito che si è prefisso il regista di origine iraniana da tempo esule in Danimarca Ali Abbasi. In questo anno elettorale mettere al centro del dibattito la discussa figura dell’ex presidente americano può rappresentare un bel colpo mediatico ma anche una sorta di boomerang vista la potenza di fuoco dei suoi avvocati. Scritto da Gabriel Sherman, The Apprentice (L’apprendista) mette bene in evidenza la determinante influenza che ebbe il legale di Trump di allora, Roy Cohn, nel plasmare la personalità del giovane e ingenuo imprenditore, fornendogli una serie di regole che segue tuttora alla lettera, come quella di non ammettere mai le proprie sconfitte. The Apprentice è una produzione indipendente che non può contare su grandi nomi (il protagonista è l’attore di origine romena Sebastian Stan, Jeremy Strong interpreta Roy Cohn) e rischia quindi di passare inosservata negli USA. Di certo però non è accondiscendente nei confronti di Trump: gli intrallazzi di Cohn (che finirà per essere radiato dall’ordine degli avvocati), i suoi legami con la mafia, i ricatti nei confronti di uomini politici e funzionari governativi per favorire il suo protetto sono illustrati con dovizia di particolari, così come lo spregevole comportamento nei confronti della prima moglie, Ivana. Il film ha una trama lineare ma aggiunge poco a quel che già si sa sul suo protagonista.